Questo articolo esamina la trasmissione delle risorse materiali e immateriali da una prospettiva antropologica e analizza due casi di studio che presentano tanto interessanti elementi in comune, quanto significative differenze: l’alta Val Pellice, territorio di lingua occitana e a prevalenza valdese nelle Alpi piemontesi occidentali, e Macugnaga, un insediamento di origine walser nelle Alpi piemontesi nord-orientali. Entrambe le località sono comunità di minoranza linguistica e, dal punto di vista demografico, non hanno sofferto il forte spopolamento che ha investito altre aree dell’arco alpino. Dal punto di vista economico, però, sono molto differenti: mentre la pastorizia di montagna continua ad essere uno dei pilastri economici e culturali dell’alta Val Pellice, Macugnaga ha conosciuto una conversione economica verso il turismo alpino. In questo articolo si mette in evidenza come l’attuale attenzione nei confronti delle risorse immateriali non debba oscurare il ruolo delle risorse materiali – quali la terra, gli immobili e i diritti di accesso alle risorse private e collettive – che sono spesso essenziali affinché le attività tradizionali siano preservate. Inoltre, non dovrebbe essere dato per scontato che le risorse immateriali, quando siano dotate del potenziale adatto, debbano necessariamente trasformarsi in risorse tangibili, economiche. La nostra ricerca etnografica indica che questo processo può essere ostacolato, o almeno mitigato, da percorsi di negoziazione tra visioni e interpretazioni opposte circa la mercificazione delle risorse culturali. Suggerisce, infine, che la sopravvivenza di una tradizione può spesso dipendere dal suo essere “messa in scena” a favore – o con la collaborazione – dei turisti.

Cambiamenti socio-demografici e trasmissione delle risorse materiali e immateriali: prospettive etnografiche dalle Alpi occidentali italiane

PORCELLANA, Valentina;VIAZZO, Piero;
2016-01-01

Abstract

Questo articolo esamina la trasmissione delle risorse materiali e immateriali da una prospettiva antropologica e analizza due casi di studio che presentano tanto interessanti elementi in comune, quanto significative differenze: l’alta Val Pellice, territorio di lingua occitana e a prevalenza valdese nelle Alpi piemontesi occidentali, e Macugnaga, un insediamento di origine walser nelle Alpi piemontesi nord-orientali. Entrambe le località sono comunità di minoranza linguistica e, dal punto di vista demografico, non hanno sofferto il forte spopolamento che ha investito altre aree dell’arco alpino. Dal punto di vista economico, però, sono molto differenti: mentre la pastorizia di montagna continua ad essere uno dei pilastri economici e culturali dell’alta Val Pellice, Macugnaga ha conosciuto una conversione economica verso il turismo alpino. In questo articolo si mette in evidenza come l’attuale attenzione nei confronti delle risorse immateriali non debba oscurare il ruolo delle risorse materiali – quali la terra, gli immobili e i diritti di accesso alle risorse private e collettive – che sono spesso essenziali affinché le attività tradizionali siano preservate. Inoltre, non dovrebbe essere dato per scontato che le risorse immateriali, quando siano dotate del potenziale adatto, debbano necessariamente trasformarsi in risorse tangibili, economiche. La nostra ricerca etnografica indica che questo processo può essere ostacolato, o almeno mitigato, da percorsi di negoziazione tra visioni e interpretazioni opposte circa la mercificazione delle risorse culturali. Suggerisce, infine, che la sopravvivenza di una tradizione può spesso dipendere dal suo essere “messa in scena” a favore – o con la collaborazione – dei turisti.
2016
104
3
1
19
http://rga.revues.org/3335
antropologia alpina, Alpi occidentali italiane, risorse materiali e immateriali, cambiamenti socio-demografici, metodo etnografico
Porcellana, Valentina; Fassio, Giulia; Viazzo, Pier Paolo; Zanini, Roberta Clara
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