Il volume ha come oggetto di analisi il processo di risveglio culturale e spirituale che ha interessato negli ultimi quindici anni la Repubblica di Sacha (Jacuzia), all’interno della Federazione Russa. Attualmente nel territorio oggetto di indagine si attestano diverse espressioni spirituali che hanno come obiettivo la ricostruzione e la riproposta del nucleo “originario” di credenze religiose degli Jacuti prima della cristianizzazione, avviata sul territorio a partire dal XVII secolo. L’indagine sul campo ha permesso di prendere in esame due fenomeni assai rilevanti nel panorama del risveglio culturale e spirituale della Repubblica di Sacha: le celebrazioni di Ysyach e il ritorno dello sciamanesimo. Ysyach, documentato sin dal XVII secolo come cerimonia religiosa di propiziazione per il risveglio della natura è oggi, dopo un periodo di abbandono durante il regime sovietico, la festa nazionale della Repubblica di Sacha; allo stesso tempo Ysyach testimonia la messa in atto di strategie di costruzione di un’ “autenticità” e “unicità” della cultura jacuta attraverso il recupero di una dimensione mitica, attinta dalla produzione epica Oloncho. La ricomparsa dello sciamanesimo, dopo un periodo caratterizzato dalla repressione sistematica di ogni pratica sciamanica, si fa portatrice di valori nuovi che si inseriscono appieno nella complessità culturale che sta attraversando la Repubblica di Sacha. Un esempio è rappresentato dalla nascita di gruppi religiosi, come il Kut-Syur, che fanno dello sciamanesimo “bianco”, opposto a quello “nero”, il punto di convergenza di influenze cristiane, reminiscenze mitiche tratte dal corpus epico Oloncho e suggestioni proprie delle pratiche New Age. Altre espressioni spirituali includono la creazione di associazioni di sciamani, come l’Associazione di Medicina Tradizionale della Repubblica di Sacha, dove la pratica sciamanica, detta “tradizionale”, gode di una forte risonanza mediatica attraverso i mezzi televisivi e Internet. Le vicende del gruppo Kut-Syur, dell’Associazione di Medicina Tradizionale e di altri esponenti del risveglio spirituale che sta interessando la Repubblica di Sacha si collocano senza dubbio in un panorama più vasto e complesso di negoziazione e ridefinizione identitaria, non scevro da valenze nazionali. L’emergere di un nazionalismo “connotato etnicamente” offre, nel presente lavoro, una riflessione su identità etnica, gruppo etnico e nazione, sui rapporti che li legano e su come tali elaborazioni concettuali possono essere applicate specificamente al contesto jacuto. Partendo dalla nozione di “comunità di cultura”, elaborata da Smith (1984), il testo cerca di individuare alcune delle strategie identitarie che, negli ultimi quindici anni, sono state alla base della creazione del senso di autenticità culturale jacuta, tra le quali si distinguono il recupero della memoria storica, la ricerca di un passato comune del popolo jacuto, caratterizzato da una presunta omogeneità etnica, la revisione della propaganda sovietica, la conseguente riabilitazione di figure di intellettuali vittime delle purghe staliniane e il rinnovato interesse verso la necessità di una maggiore diffusione della lingua jacuta. Una presa di coscienza della propria etnicità e un suo utilizzo come mezzo per una possibile, ipotetica, separazione dalla Federazione Russa è diventata una tra le questioni più delicate e dibattute dell’ultimo decennio e un ulteriore impulso alle tensioni, da tempo in corso, tra gli Jacuti, i “nuovi venuti” di lingua slava, (in prevalenza Russi, ma anche Bielorussi e Ucraini) e infine i gruppi minoritari indigeni che occupano prevalentemente la parte settentrionale della Repubblica di Sacha, quali Eveny, Evenki, Jukagiry.

Il commercio degli spiriti. Forme di sciamanesimo contemporaneo nella Repubblica di Sacha (Jacuzia)

ZOLA, Lia Emilia
2008-01-01

Abstract

Il volume ha come oggetto di analisi il processo di risveglio culturale e spirituale che ha interessato negli ultimi quindici anni la Repubblica di Sacha (Jacuzia), all’interno della Federazione Russa. Attualmente nel territorio oggetto di indagine si attestano diverse espressioni spirituali che hanno come obiettivo la ricostruzione e la riproposta del nucleo “originario” di credenze religiose degli Jacuti prima della cristianizzazione, avviata sul territorio a partire dal XVII secolo. L’indagine sul campo ha permesso di prendere in esame due fenomeni assai rilevanti nel panorama del risveglio culturale e spirituale della Repubblica di Sacha: le celebrazioni di Ysyach e il ritorno dello sciamanesimo. Ysyach, documentato sin dal XVII secolo come cerimonia religiosa di propiziazione per il risveglio della natura è oggi, dopo un periodo di abbandono durante il regime sovietico, la festa nazionale della Repubblica di Sacha; allo stesso tempo Ysyach testimonia la messa in atto di strategie di costruzione di un’ “autenticità” e “unicità” della cultura jacuta attraverso il recupero di una dimensione mitica, attinta dalla produzione epica Oloncho. La ricomparsa dello sciamanesimo, dopo un periodo caratterizzato dalla repressione sistematica di ogni pratica sciamanica, si fa portatrice di valori nuovi che si inseriscono appieno nella complessità culturale che sta attraversando la Repubblica di Sacha. Un esempio è rappresentato dalla nascita di gruppi religiosi, come il Kut-Syur, che fanno dello sciamanesimo “bianco”, opposto a quello “nero”, il punto di convergenza di influenze cristiane, reminiscenze mitiche tratte dal corpus epico Oloncho e suggestioni proprie delle pratiche New Age. Altre espressioni spirituali includono la creazione di associazioni di sciamani, come l’Associazione di Medicina Tradizionale della Repubblica di Sacha, dove la pratica sciamanica, detta “tradizionale”, gode di una forte risonanza mediatica attraverso i mezzi televisivi e Internet. Le vicende del gruppo Kut-Syur, dell’Associazione di Medicina Tradizionale e di altri esponenti del risveglio spirituale che sta interessando la Repubblica di Sacha si collocano senza dubbio in un panorama più vasto e complesso di negoziazione e ridefinizione identitaria, non scevro da valenze nazionali. L’emergere di un nazionalismo “connotato etnicamente” offre, nel presente lavoro, una riflessione su identità etnica, gruppo etnico e nazione, sui rapporti che li legano e su come tali elaborazioni concettuali possono essere applicate specificamente al contesto jacuto. Partendo dalla nozione di “comunità di cultura”, elaborata da Smith (1984), il testo cerca di individuare alcune delle strategie identitarie che, negli ultimi quindici anni, sono state alla base della creazione del senso di autenticità culturale jacuta, tra le quali si distinguono il recupero della memoria storica, la ricerca di un passato comune del popolo jacuto, caratterizzato da una presunta omogeneità etnica, la revisione della propaganda sovietica, la conseguente riabilitazione di figure di intellettuali vittime delle purghe staliniane e il rinnovato interesse verso la necessità di una maggiore diffusione della lingua jacuta. Una presa di coscienza della propria etnicità e un suo utilizzo come mezzo per una possibile, ipotetica, separazione dalla Federazione Russa è diventata una tra le questioni più delicate e dibattute dell’ultimo decennio e un ulteriore impulso alle tensioni, da tempo in corso, tra gli Jacuti, i “nuovi venuti” di lingua slava, (in prevalenza Russi, ma anche Bielorussi e Ucraini) e infine i gruppi minoritari indigeni che occupano prevalentemente la parte settentrionale della Repubblica di Sacha, quali Eveny, Evenki, Jukagiry.
2008
Aracne
1
176
978-88-548-1608-4
Lia, Zola
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2318/1635240
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