La valorizzazione del patrimonio etnografico, territoriale o legato alla cultura materiale, attraversano al giorno d’oggi un momento di diffuso e crescente interesse, testimoniato da una forte crescita di musei etnografici ed ecomusei in tutta Europa. La situazione al di fuori dell’Europa, e in particolare nell’estremo oriente russo, appare alquanto diversa: se, da un lato, il concetto di ecomuseo, come fu elaborato da H. de Varine e da P. J. Boylan non ha avuto per il momento un’immediata diffusione sul territorio oggetto di indagine, dall’altro è possibile identificare alcune tipologie mussali che ne riassumono i tratti. Scopo e obiettivo di questo intervento sarà pertanto illustrare lo stato attuale di tali musei attraverso alcuni studi di caso, cercando di evidenziarne le problematiche e stimolare una riflessione critica sui concetti di memoria e identità locale. Volgendo uno sguardo allo stato dei musei etnografici e degli ecomusei nella Russia asiatica, L’impressione, abbastanza generalizzata, che ricava il visitatore in riferimento soprattutto alle prime due tipologie museali, è di una grande ricchezza del materiale esposto che andrebbe ulteriormente valorizzato ma che, al contrario, è lasciato in uno stato di abbandono. Uno dei problemi principali che riguardano i musei in questione è rappresentato dalla difficoltà di “far parlare il museo”, di rendere le collezioni un valido mezzo di comunicazione. Questa serie di problematiche richiama inevitabilmente al rapporto tra museo e il pubblico, colui che per primo partecipa attivamente al discorso sulla memoria del passato. Nel caso dei musei siberiani questo rapporto è particolarmente complesso: se da un lato ciò che viene messo in discussione è come rappresentare documenti e testimonianze relative al rapporto con la memoria del passato, dall’altro emerge l’interrogativo su quale memoria rappresentare.

I musei etnografici in Siberia tra problemi e risorse

ZOLA, Lia Emilia
2010-01-01

Abstract

La valorizzazione del patrimonio etnografico, territoriale o legato alla cultura materiale, attraversano al giorno d’oggi un momento di diffuso e crescente interesse, testimoniato da una forte crescita di musei etnografici ed ecomusei in tutta Europa. La situazione al di fuori dell’Europa, e in particolare nell’estremo oriente russo, appare alquanto diversa: se, da un lato, il concetto di ecomuseo, come fu elaborato da H. de Varine e da P. J. Boylan non ha avuto per il momento un’immediata diffusione sul territorio oggetto di indagine, dall’altro è possibile identificare alcune tipologie mussali che ne riassumono i tratti. Scopo e obiettivo di questo intervento sarà pertanto illustrare lo stato attuale di tali musei attraverso alcuni studi di caso, cercando di evidenziarne le problematiche e stimolare una riflessione critica sui concetti di memoria e identità locale. Volgendo uno sguardo allo stato dei musei etnografici e degli ecomusei nella Russia asiatica, L’impressione, abbastanza generalizzata, che ricava il visitatore in riferimento soprattutto alle prime due tipologie museali, è di una grande ricchezza del materiale esposto che andrebbe ulteriormente valorizzato ma che, al contrario, è lasciato in uno stato di abbandono. Uno dei problemi principali che riguardano i musei in questione è rappresentato dalla difficoltà di “far parlare il museo”, di rendere le collezioni un valido mezzo di comunicazione. Questa serie di problematiche richiama inevitabilmente al rapporto tra museo e il pubblico, colui che per primo partecipa attivamente al discorso sulla memoria del passato. Nel caso dei musei siberiani questo rapporto è particolarmente complesso: se da un lato ciò che viene messo in discussione è come rappresentare documenti e testimonianze relative al rapporto con la memoria del passato, dall’altro emerge l’interrogativo su quale memoria rappresentare.
2010
Nuove pratiche di comunità. I patrimoni culturali etno-antropologici fra tradizione e complessità sociale
OMEGA
195
211
9-788872-415818
Zola, Lia
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