La ricerca antropologica ha a lungo dimostrato scarso interesse e simpatia nei confronti dello studio dei confini politici, ritenendoli costrutti artificiali che separavano e tagliavano al loro interno gruppi linguisticamente e culturalmente omogenei. Recentemente, però, la necessità di accordare la giusta importanza allo studio delle frontiere politiche è stata sottolineata con forza dai cosiddetti border studies, i cui sostenitori giustamente sostengono che alcuni eventi e processi sociali possano aver luogo solo in presenza di frontiere: in particolare, la formazione delle identità collettive, o il rilievo che assumono certi simboli e rituali del potere, oppure la presenza di attività economicamente e politicamente sovversive – quali l’immigrazione clandestina o il contrabbando – che trovano nella frontiera la loro condizione stessa di esistenza.
Un "mestiere" di confine: il contrabbando a Formazza
ZOLA, Lia Emilia
2016-01-01
Abstract
La ricerca antropologica ha a lungo dimostrato scarso interesse e simpatia nei confronti dello studio dei confini politici, ritenendoli costrutti artificiali che separavano e tagliavano al loro interno gruppi linguisticamente e culturalmente omogenei. Recentemente, però, la necessità di accordare la giusta importanza allo studio delle frontiere politiche è stata sottolineata con forza dai cosiddetti border studies, i cui sostenitori giustamente sostengono che alcuni eventi e processi sociali possano aver luogo solo in presenza di frontiere: in particolare, la formazione delle identità collettive, o il rilievo che assumono certi simboli e rituali del potere, oppure la presenza di attività economicamente e politicamente sovversive – quali l’immigrazione clandestina o il contrabbando – che trovano nella frontiera la loro condizione stessa di esistenza.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.