In Piemonte la festa dei coscritti, documentata nel Nord Italia anche in Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige, segna ancora oggi un momento di passaggio importante dall’età adolescenziale a quella adulta. La festa era legata alla coscrizione obbligatoria e alla chiamata alla leva dei giovani iscritti alle liste di reclutamento; in Italia la prima legge organica in materia fu emanata nel 1854, durante il Regno Sabaudo, e fu voluta dal ministro generale La Marmora. Essa prevedeva l’obbligo di prestare servizio di leva per tutti i ventunenni. I festeggiamenti dei coscritti, in provincia di Asti, si celebravano generalmente tra la fine della stagione invernale e l’inizio di quella primaverile e la chiamata alla leva ne costituiva il momento principale: il giorno della visita aveva inizio con una sfilata per le vie del paese che poteva avvenire talvolta a piedi, talora in carrozza. I giovani si recavano poi all’esame sanitario e in seguito, se il centro ne era fornito, alla casa di tolleranza, un elemento che segnava una sorta di iniziazione alla virilità. Durante i giorni di festa, che erano generalmente più di uno, i coscritti sfilavano con bustine, fazzoletti al collo e bandiere, accompagnati dalla banda musicale. In quei giorni erano consentiti schiamazzi, canti, risse con i giovani dei paesi vicini. I coscritti inoltre organizzavano nel paese danze; in alcuni casi raccoglievano cibi e doni con giri di questua che consumavano nelle aie o in abitazioni private, in altri erano scelti locali pubblici. In alcune località era inoltre in uso addobbare un albero o un ramo di pino e difenderlo dalle incursioni dei giovani dei paesi vicini. Si trattava di comportamenti che rappresentavano lo spirito di virilità dei coscritti, la loro raggiunta maturità e l’entrata definitiva a far parte del mondo degli adulti. Il mio contributo si pone l’intento di illustrare le feste di leva in provincia di Asti come una sorta di antistruttura (Turner, 1986), un momento di temporanea libertà da una serie di vincoli sociali e culturali che caratterizzavano la vita delle comunità rurali.

La libertà come antistruttura nelle feste dei coscritti astigiani

ZOLA, Lia Emilia
2017-01-01

Abstract

In Piemonte la festa dei coscritti, documentata nel Nord Italia anche in Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige, segna ancora oggi un momento di passaggio importante dall’età adolescenziale a quella adulta. La festa era legata alla coscrizione obbligatoria e alla chiamata alla leva dei giovani iscritti alle liste di reclutamento; in Italia la prima legge organica in materia fu emanata nel 1854, durante il Regno Sabaudo, e fu voluta dal ministro generale La Marmora. Essa prevedeva l’obbligo di prestare servizio di leva per tutti i ventunenni. I festeggiamenti dei coscritti, in provincia di Asti, si celebravano generalmente tra la fine della stagione invernale e l’inizio di quella primaverile e la chiamata alla leva ne costituiva il momento principale: il giorno della visita aveva inizio con una sfilata per le vie del paese che poteva avvenire talvolta a piedi, talora in carrozza. I giovani si recavano poi all’esame sanitario e in seguito, se il centro ne era fornito, alla casa di tolleranza, un elemento che segnava una sorta di iniziazione alla virilità. Durante i giorni di festa, che erano generalmente più di uno, i coscritti sfilavano con bustine, fazzoletti al collo e bandiere, accompagnati dalla banda musicale. In quei giorni erano consentiti schiamazzi, canti, risse con i giovani dei paesi vicini. I coscritti inoltre organizzavano nel paese danze; in alcuni casi raccoglievano cibi e doni con giri di questua che consumavano nelle aie o in abitazioni private, in altri erano scelti locali pubblici. In alcune località era inoltre in uso addobbare un albero o un ramo di pino e difenderlo dalle incursioni dei giovani dei paesi vicini. Si trattava di comportamenti che rappresentavano lo spirito di virilità dei coscritti, la loro raggiunta maturità e l’entrata definitiva a far parte del mondo degli adulti. Il mio contributo si pone l’intento di illustrare le feste di leva in provincia di Asti come una sorta di antistruttura (Turner, 1986), un momento di temporanea libertà da una serie di vincoli sociali e culturali che caratterizzavano la vita delle comunità rurali.
2017
Percorsi di libertà fra tardo Medioevo ed età contemporanea
CISIM
INSEDIAMENTI UMANI, POPOLAMENTO, SOCIETA'
9
257
270
978-88-94069860
Zola, Lia
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2318/1637186
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