Il progetto “Il rovescio della migrazione. Un’analisi comparativa su tutela e diritto alla salute” è nato con l’obiettivo di analizzare la stabilità del fenomeno migratorio come processo strutturale all’interno della società italiana. L’immigrazione di cittadini provenienti da Paesi Terzi è ormai anche nel nostro paese una “migrazione di popolamento”, che acquisisce anno dopo anno una crescente visibilità sociale ed innesca, inevitabilmente, nuove modalità di relazione tra l’immigrato e le Istituzioni deputate all’accoglienza, alla cura e all’integrazione nel tessuto socio-culturale locale. Quando la migrazione diventa di popolamento, si assiste ad una inversione fra le generazioni. Sono i figli a portare alla luce i paradossi della condizione dei loro genitori, riuscendo talvolta a dissolvere l’illusione fondamentale in cui tutti credono: e cioè che la migrazione sia un’esperienza transitoria. Si frantuma a poco a poco l’intimo e spesso ambivalente desiderio di ritornare a casa, latente in ogni genitore immigrato, e si erode la pretesa che la migrazione sia un fenomeno provvisorio e controllabile da parte dei paesi d’accoglienza. Tutto ciò ha un prezzo: questi “figli illegittimi” – come li chiama il sociologo algerino Abdelmalek Sayad, che si ostina a non definire di “seconda generazione” ma piuttosto “una generazione alla seconda” – diventano, loro malgrado, il nervo scoperto della nostra epoca. Il progetto ha voluto concentrare le sue azioni su quelle famiglie immigrate “esposte” ad un processo di medicalizzazione e psicologizzazione della loro condizione socio-culturale. Ogni società si fonda su delle precise “aspettative di famiglia e di genitorialità”. Chi è un buon genitore? Come si crescono e tutelano i diritti dei propri figli? Come si educa? Come ci si cura? Domande semplici che richiedono risposte non banali.

Il rovescio della migrazione Processi di medicalizzazione, cittadinanza e legami familiari

TALIANI, Simona
2015-01-01

Abstract

Il progetto “Il rovescio della migrazione. Un’analisi comparativa su tutela e diritto alla salute” è nato con l’obiettivo di analizzare la stabilità del fenomeno migratorio come processo strutturale all’interno della società italiana. L’immigrazione di cittadini provenienti da Paesi Terzi è ormai anche nel nostro paese una “migrazione di popolamento”, che acquisisce anno dopo anno una crescente visibilità sociale ed innesca, inevitabilmente, nuove modalità di relazione tra l’immigrato e le Istituzioni deputate all’accoglienza, alla cura e all’integrazione nel tessuto socio-culturale locale. Quando la migrazione diventa di popolamento, si assiste ad una inversione fra le generazioni. Sono i figli a portare alla luce i paradossi della condizione dei loro genitori, riuscendo talvolta a dissolvere l’illusione fondamentale in cui tutti credono: e cioè che la migrazione sia un’esperienza transitoria. Si frantuma a poco a poco l’intimo e spesso ambivalente desiderio di ritornare a casa, latente in ogni genitore immigrato, e si erode la pretesa che la migrazione sia un fenomeno provvisorio e controllabile da parte dei paesi d’accoglienza. Tutto ciò ha un prezzo: questi “figli illegittimi” – come li chiama il sociologo algerino Abdelmalek Sayad, che si ostina a non definire di “seconda generazione” ma piuttosto “una generazione alla seconda” – diventano, loro malgrado, il nervo scoperto della nostra epoca. Il progetto ha voluto concentrare le sue azioni su quelle famiglie immigrate “esposte” ad un processo di medicalizzazione e psicologizzazione della loro condizione socio-culturale. Ogni società si fonda su delle precise “aspettative di famiglia e di genitorialità”. Chi è un buon genitore? Come si crescono e tutelano i diritti dei propri figli? Come si educa? Come ci si cura? Domande semplici che richiedono risposte non banali.
2015
Argo
39-40
1
346
Antropologia dell'infanzia, migrazione, adozione, cittadinanza culturale, competenza culturale
Simona Taliani
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