Che possa apparire tutt’altro che buffo affidare l’annuncio della filosofia che serve a un pipistrello, animaletto decisamente meno appariscente della hegeliana nottola di Minerva (che spicca il volo quando i tempi sono maturi), è la scommessa di questo libro. Dove in questione è la revisione delle teorie più in voga dell’azione, secondo cui il senso di ciò che facciamo dipende esclusivamente dalla coerenza rispetto al proposito. Si tratta del paradigma del successo, insomma, che domina la nostra concezione dell’etica, dell’economia e della politica. Il pipistrello, la cui strategia di volo è affidata alla registrazione dei feedback che provengono dall’ambiente circostante in relazione all’emissione continua di impulsi ultrasonici, è l’esempio concreto di un modello razionale e concreto della prassi, affidato alla revisione continua dei propositi in relazione alle conseguenze (spesso indesiderate) che il nostro modus vivendi produce nel contesto ambientale. Concetti come quelli del pentimento dell’azione, di equilibrio dinamico tra uomo e mondo, di revisione continua dei propositi in nome della preservazione del sistema-mondo, sono al centro di questo libro, i cui capitoli si confrontano con i problemi cruciali della nostra epoca: l’umano sradicamento dal mondo, la perdita di memoria, la necessità di una forma di ravvedimento rispetto al “malpasso dell’umanità”, la riformulazione etica di un’azione dell’uomo che non sia erosiva dei propri presupposti naturali. Molto strano a dirsi, ma a salvarci, forse, non sarà un supereroe, come Batman, ma – se sapremo imitare il suo agire circospetto – un piccolo mammifero della specie dei microchirotteri. Per fare il verso a Hegel: il pipistrello spicca il volo quando il postmoderno – vero e proprio caleidoscopio di immagini seducenti, deresponsabilizzanti e senza referente – è compiuto, giunto al proprio crepuscolo. Per imitarlo, basta mettersi in ascolto delle fitte risonanze sistemiche che il nostro agire fa emergere dall’ambiente circostante. La filosofia che serve non è che l’articolazione di questa suggestione: come l’eco di un’ispirazione che proviene da chi è maggiormente esposto ai pericoli del nostro fare imperioso e sicuro, il regno animale.
La filosofia che serve. Realismo Ecologia Azione
CUOZZO, Gianluca
2017-01-01
Abstract
Che possa apparire tutt’altro che buffo affidare l’annuncio della filosofia che serve a un pipistrello, animaletto decisamente meno appariscente della hegeliana nottola di Minerva (che spicca il volo quando i tempi sono maturi), è la scommessa di questo libro. Dove in questione è la revisione delle teorie più in voga dell’azione, secondo cui il senso di ciò che facciamo dipende esclusivamente dalla coerenza rispetto al proposito. Si tratta del paradigma del successo, insomma, che domina la nostra concezione dell’etica, dell’economia e della politica. Il pipistrello, la cui strategia di volo è affidata alla registrazione dei feedback che provengono dall’ambiente circostante in relazione all’emissione continua di impulsi ultrasonici, è l’esempio concreto di un modello razionale e concreto della prassi, affidato alla revisione continua dei propositi in relazione alle conseguenze (spesso indesiderate) che il nostro modus vivendi produce nel contesto ambientale. Concetti come quelli del pentimento dell’azione, di equilibrio dinamico tra uomo e mondo, di revisione continua dei propositi in nome della preservazione del sistema-mondo, sono al centro di questo libro, i cui capitoli si confrontano con i problemi cruciali della nostra epoca: l’umano sradicamento dal mondo, la perdita di memoria, la necessità di una forma di ravvedimento rispetto al “malpasso dell’umanità”, la riformulazione etica di un’azione dell’uomo che non sia erosiva dei propri presupposti naturali. Molto strano a dirsi, ma a salvarci, forse, non sarà un supereroe, come Batman, ma – se sapremo imitare il suo agire circospetto – un piccolo mammifero della specie dei microchirotteri. Per fare il verso a Hegel: il pipistrello spicca il volo quando il postmoderno – vero e proprio caleidoscopio di immagini seducenti, deresponsabilizzanti e senza referente – è compiuto, giunto al proprio crepuscolo. Per imitarlo, basta mettersi in ascolto delle fitte risonanze sistemiche che il nostro agire fa emergere dall’ambiente circostante. La filosofia che serve non è che l’articolazione di questa suggestione: come l’eco di un’ispirazione che proviene da chi è maggiormente esposto ai pericoli del nostro fare imperioso e sicuro, il regno animale.| File | Dimensione | Formato | |
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