Progetto e cantiere del complesso scuderia-citroniera della Venaria Reale (1720-1729) furono per Filippo Juvarra occasione per misurarsi sulla nozione del ‘grandioso’ in architettura nel nome dell’aspirazione per un “regolato gusto che agguagliato avesse il nobile Romano antico”. L’impressionante fuori scala della mole costruita e lo slittamento di significato dell’edificio perseguito nella magnificenza della sua architettura ornata incontrarono reazione nell’accusa degli impresari, costretti a lavorare la “Fabrica più tosto d’un magnifico tempio, che d’una Scuderia, e Citronera”. La ricostruzione in sequenza dell’iter progettuale sulla serie dei ‘pensieri’ dell’architetto rivela come Juvarra sia riuscito a elaborare una eloquente espressione di moderna ‘romanitas’: attraverso un articolato percorso che lo ha portato a ragionare sulla organizzazione degli spazi e la funzione simbolica della facciata, sulle aspettative dell’occhio per un’architettura concepita come fondale scenografico per la visione dai giardini, passando in rassegna le immagini di alcuni modelli esemplari e stimolato dai problemi innescati dall’inaspettata emergenza delle falde di copertura, l'architetto ha configurato, in uno spettacolare palinsesto di sintesi, una inedita immagine dell’arco trionfale, maestosa interpretazione moderna nel gusto del “nobile Romano antico”.

"Di tal regolato gusto che agguagliato avesse il nobile romano antico". Filippo Juvarra e la facciata per la Citroniera della Venaria Reale

DARDANELLO, Giuseppe
2016-01-01

Abstract

Progetto e cantiere del complesso scuderia-citroniera della Venaria Reale (1720-1729) furono per Filippo Juvarra occasione per misurarsi sulla nozione del ‘grandioso’ in architettura nel nome dell’aspirazione per un “regolato gusto che agguagliato avesse il nobile Romano antico”. L’impressionante fuori scala della mole costruita e lo slittamento di significato dell’edificio perseguito nella magnificenza della sua architettura ornata incontrarono reazione nell’accusa degli impresari, costretti a lavorare la “Fabrica più tosto d’un magnifico tempio, che d’una Scuderia, e Citronera”. La ricostruzione in sequenza dell’iter progettuale sulla serie dei ‘pensieri’ dell’architetto rivela come Juvarra sia riuscito a elaborare una eloquente espressione di moderna ‘romanitas’: attraverso un articolato percorso che lo ha portato a ragionare sulla organizzazione degli spazi e la funzione simbolica della facciata, sulle aspettative dell’occhio per un’architettura concepita come fondale scenografico per la visione dai giardini, passando in rassegna le immagini di alcuni modelli esemplari e stimolato dai problemi innescati dall’inaspettata emergenza delle falde di copertura, l'architetto ha configurato, in uno spettacolare palinsesto di sintesi, una inedita immagine dell’arco trionfale, maestosa interpretazione moderna nel gusto del “nobile Romano antico”.
2016
n.s. 65
2016
51
78
Filippo Juvarra, architettura del Settecento, residenze reali, disegno di architettura, ornato, sequenze progettuali, Venaria Reale
Dardanello, Giuseppe
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