Il laboratorio di matematica è diventato negli ultimi anni un tema centrale di studio e di discussione sia fra i ricercatori in didattica, sia fra gli insegnanti e ha dato luogo anche a scambi piuttosto vivaci di opinioni. L’idea di offrire agli allievi spazi dove poter esplicare un’attività spontanea e costruttiva, coltivare la propria individualità e socializzare, è però molto più antica; fa la sua comparsa, infatti, negli studi di pedagogisti, psicologi ed educatori di fine Ottocento, inizi Novecento e ha le sue radici soprattutto nell’opera di Johann Heinrich Pestalozzi e di Friedrich Wilhelm A. Fröbel. Basti citare gli studiosi più influenti: l’americano John Dewey (1859-1952), il cui sistema educativo si ricollega al pragmatismo di Charles S. Peirce e William James, il tedesco Georg Kerschensteiner (1854-1932), promotore della “scuola del lavoro” il belga Ovide Decroly (1871–1932), gli svizzeri Edouard Claparède (1873-1940) e Adolphe Ferrière (1879-1960), uno dei principali divulgatori dei principi della “scuola attiva”, il francese Alfred Binet (1857-1911), e l’italiana Maria Montessori (1870–1952) medico e pedagogista. Tutti questi studiosi rivolsero la loro attenzione soprattutto sulla formazione del fanciullo nei suoi primi anni di vita, ma l’idea di una scuola come laboratorio si diffuse anche fra i matematici che estesero le loro riflessioni alla scuola secondaria. Nel mio saggio, dopo aver accennato brevemente al punto di vista sulla “scuola attiva” di alcuni pedagogisti che si interessarono anche di matematica o interagirono con gli ambienti scientifici, mi soffermerò sul contributo dei matematici, John Perry (1850-1920), Eliakim Hastings Moore (1862-1932), Émile Borel (1871-1956) e Felix Klein (1849-1925), per concentrarmi poi sulla “scuola come laboratorio” di Giovanni Vailati (1863-1909) cercando di rintracciarne i caratteri distintivi nell’eterogeneo zibaldone degli scritti. Dal confronto dei diversi modelli di laboratorio di matematica proposti a livello internazionale tra fine Ottocento e inizi Novecento cercherò di far emergere gli aspetti innovativi delle sue proposte.

“Lavorare con le mani e con la mente”. Il laboratorio di matematica fra Ottocento e Novecento,

GIACARDI, Livia Maria
2016-01-01

Abstract

Il laboratorio di matematica è diventato negli ultimi anni un tema centrale di studio e di discussione sia fra i ricercatori in didattica, sia fra gli insegnanti e ha dato luogo anche a scambi piuttosto vivaci di opinioni. L’idea di offrire agli allievi spazi dove poter esplicare un’attività spontanea e costruttiva, coltivare la propria individualità e socializzare, è però molto più antica; fa la sua comparsa, infatti, negli studi di pedagogisti, psicologi ed educatori di fine Ottocento, inizi Novecento e ha le sue radici soprattutto nell’opera di Johann Heinrich Pestalozzi e di Friedrich Wilhelm A. Fröbel. Basti citare gli studiosi più influenti: l’americano John Dewey (1859-1952), il cui sistema educativo si ricollega al pragmatismo di Charles S. Peirce e William James, il tedesco Georg Kerschensteiner (1854-1932), promotore della “scuola del lavoro” il belga Ovide Decroly (1871–1932), gli svizzeri Edouard Claparède (1873-1940) e Adolphe Ferrière (1879-1960), uno dei principali divulgatori dei principi della “scuola attiva”, il francese Alfred Binet (1857-1911), e l’italiana Maria Montessori (1870–1952) medico e pedagogista. Tutti questi studiosi rivolsero la loro attenzione soprattutto sulla formazione del fanciullo nei suoi primi anni di vita, ma l’idea di una scuola come laboratorio si diffuse anche fra i matematici che estesero le loro riflessioni alla scuola secondaria. Nel mio saggio, dopo aver accennato brevemente al punto di vista sulla “scuola attiva” di alcuni pedagogisti che si interessarono anche di matematica o interagirono con gli ambienti scientifici, mi soffermerò sul contributo dei matematici, John Perry (1850-1920), Eliakim Hastings Moore (1862-1932), Émile Borel (1871-1956) e Felix Klein (1849-1925), per concentrarmi poi sulla “scuola come laboratorio” di Giovanni Vailati (1863-1909) cercando di rintracciarne i caratteri distintivi nell’eterogeneo zibaldone degli scritti. Dal confronto dei diversi modelli di laboratorio di matematica proposti a livello internazionale tra fine Ottocento e inizi Novecento cercherò di far emergere gli aspetti innovativi delle sue proposte.
2016
39
517
549
Laboratorio di Matematica, Perry, Klein, Borel, insegnamento della matematica
Giacardi, Livia Maria
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