In questo saggio intendo mostrare come il pensiero di Charles Taylor presenti un declinazione polisemica della nozione di possibilità, descrivendola come concetto dalle importanti applicazioni antropologiche e sociali. Per questi scopi, all’interno della prima parte indico nell’interpretazione tayloriana del pensiero di Herder e Hegel il modello teorico di riferimento: da una parte analizzo il concetto di espressivismo, in forza del quale la creazione dinamica delle identità antropologiche declina la possibilità come forza espressiva e processo continuo di produzione. Dall’altra esamino l’idea di embodiment, che fa dipendere invece la concretizzazione di tale processo generativo dall’incorporazione del soggetto all’interno di un medium, declinando quindi la possibilità anche come spazio concreto di realizzazione che segna i confini del possibile rispetto al non-possibile. Applicando tale modello agli sviluppi successivi del pensiero tayloriano, nella seconda parte del saggio passo così ad analizzare il processo di creazione di significati culturali, identità e pratiche sociali e la loro concretizzazione all’interno di “corpi” collettivi (quadri di riferimento morali, comunità linguistiche, immaginari sociali). In conclusione, descrivo come la complessa dialettica che si genera tra le due “possibilità” metta in luce, da una parte, l’emergere di specifici disagi individuali rispetto agli spazi sociali dati e, dall’altra, la produzione di novità e la ridefinizione dei confini delle pratiche consentite e delle identità.
Espressivismo ed embodiment. Polisemia e complessità della possibilità nell'antropologia filosofica di Charles Taylor
RACCA, SERGIO
2017-01-01
Abstract
In questo saggio intendo mostrare come il pensiero di Charles Taylor presenti un declinazione polisemica della nozione di possibilità, descrivendola come concetto dalle importanti applicazioni antropologiche e sociali. Per questi scopi, all’interno della prima parte indico nell’interpretazione tayloriana del pensiero di Herder e Hegel il modello teorico di riferimento: da una parte analizzo il concetto di espressivismo, in forza del quale la creazione dinamica delle identità antropologiche declina la possibilità come forza espressiva e processo continuo di produzione. Dall’altra esamino l’idea di embodiment, che fa dipendere invece la concretizzazione di tale processo generativo dall’incorporazione del soggetto all’interno di un medium, declinando quindi la possibilità anche come spazio concreto di realizzazione che segna i confini del possibile rispetto al non-possibile. Applicando tale modello agli sviluppi successivi del pensiero tayloriano, nella seconda parte del saggio passo così ad analizzare il processo di creazione di significati culturali, identità e pratiche sociali e la loro concretizzazione all’interno di “corpi” collettivi (quadri di riferimento morali, comunità linguistiche, immaginari sociali). In conclusione, descrivo come la complessa dialettica che si genera tra le due “possibilità” metta in luce, da una parte, l’emergere di specifici disagi individuali rispetto agli spazi sociali dati e, dall’altra, la produzione di novità e la ridefinizione dei confini delle pratiche consentite e delle identità.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.