La Dottrina della scienza fichtiana non può essere compresa se non come “teoria del sapere”. Il progetto fichtiano è quello di un’epistemologia, che comprenda il sapere, esplicandone le condizioni di possibilità e rendendo conto allo stesso tempo delle condizioni di possibilità dello stesso discorso filosofico. La Dottrina della scienza è infatti essa stessa un sapere : dunque, elaborare una teoria del sapere significa infatti mettere in atto quelle stesse procedure che la teoria comprende come proprie del sapere stesso. Piano epistemologico e piano meta-epistemologico coincidono : la filosofia fallisce se non comprende se stessa ricorsivamente, giustificando geneticamente i presupposti iniziali della sua argomentazione. In ciò precisamente consiste per Fichte l’errore del criticismo kantiano : il kantismo rimane su un piano fattuale, che esigerebbe una giustificazione genetica. A questo riguardo assume notevole rilevanza il modo in cui Fichte critica la deduzione delle categorie offerta da Kant nella Critica della ragion pura. Se l’argomentazione filosofica non deve contraddire ciò che essa dice, si tratta di esibire le categorie come quelle “modalità di azione dello spirito umano” attraverso cui il sapere costituisce se stesso, articolando la propria struttura autoriflessiva in rapporto al proprio oggetto. Applicato alla filosofia come teoria del sapere, ciò significa esibire le categorie come quelle azioni attraverso cui, nel comprendere geneticamente il sapere, la filosofia costituisce anzitutto riflessivamente se stessa come teoria del sapere. Soltanto così è possibile comprendere le categorie come funzioni di costituzione del sapere oggettivo. Nella Dottrina della scienza del 1805 l’utilizzo delle categorie nella comprensione genetica della teoria del sapere è particolarmente interessante. Il testo svolge perciò un’analisi di questo corso.
Genèse et récursivité: la déduction des catégories dans la Doctrine de la Science 1805 de J.G. Fichte
BERTINETTO, ALESSANDRO GIOVANNI
2007-01-01
Abstract
La Dottrina della scienza fichtiana non può essere compresa se non come “teoria del sapere”. Il progetto fichtiano è quello di un’epistemologia, che comprenda il sapere, esplicandone le condizioni di possibilità e rendendo conto allo stesso tempo delle condizioni di possibilità dello stesso discorso filosofico. La Dottrina della scienza è infatti essa stessa un sapere : dunque, elaborare una teoria del sapere significa infatti mettere in atto quelle stesse procedure che la teoria comprende come proprie del sapere stesso. Piano epistemologico e piano meta-epistemologico coincidono : la filosofia fallisce se non comprende se stessa ricorsivamente, giustificando geneticamente i presupposti iniziali della sua argomentazione. In ciò precisamente consiste per Fichte l’errore del criticismo kantiano : il kantismo rimane su un piano fattuale, che esigerebbe una giustificazione genetica. A questo riguardo assume notevole rilevanza il modo in cui Fichte critica la deduzione delle categorie offerta da Kant nella Critica della ragion pura. Se l’argomentazione filosofica non deve contraddire ciò che essa dice, si tratta di esibire le categorie come quelle “modalità di azione dello spirito umano” attraverso cui il sapere costituisce se stesso, articolando la propria struttura autoriflessiva in rapporto al proprio oggetto. Applicato alla filosofia come teoria del sapere, ciò significa esibire le categorie come quelle azioni attraverso cui, nel comprendere geneticamente il sapere, la filosofia costituisce anzitutto riflessivamente se stessa come teoria del sapere. Soltanto così è possibile comprendere le categorie come funzioni di costituzione del sapere oggettivo. Nella Dottrina della scienza del 1805 l’utilizzo delle categorie nella comprensione genetica della teoria del sapere è particolarmente interessante. Il testo svolge perciò un’analisi di questo corso.File | Dimensione | Formato | |
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