In matematica esiste una “Sequenza di Joyce” ispirata a un brano di Ulysses: si tratta di uno dei numerosi passi nei quali l’autore si confronta con l’inafferrabile pluralità del reale. Attraverso un excursus nella storia della riflessione sui grandi numeri, il contributo vuole rintracciare le radici della sua traduzione letteraria, che oscilla in una polarità dialettica con il concetto di infinito. In Ulysses, in particolare, il continuo riferimento a entità numerabili ma delle quali è impossibile costruirsi un’immagine precisa, funziona quale spia per evidenziare i limiti umani della razionalità, anche nella sua espressione più perfetta: il linguaggio scientifico. È allora l’opera letteraria che, mostrando questa insufficienza, sopperisce con la sua capacità di accogliere e mettere in discussione la molteplicità irredimibile del mondo.
La vertigine dei grandi numeri in Ulysses
Francesca Romana Capone
2015-01-01
Abstract
In matematica esiste una “Sequenza di Joyce” ispirata a un brano di Ulysses: si tratta di uno dei numerosi passi nei quali l’autore si confronta con l’inafferrabile pluralità del reale. Attraverso un excursus nella storia della riflessione sui grandi numeri, il contributo vuole rintracciare le radici della sua traduzione letteraria, che oscilla in una polarità dialettica con il concetto di infinito. In Ulysses, in particolare, il continuo riferimento a entità numerabili ma delle quali è impossibile costruirsi un’immagine precisa, funziona quale spia per evidenziare i limiti umani della razionalità, anche nella sua espressione più perfetta: il linguaggio scientifico. È allora l’opera letteraria che, mostrando questa insufficienza, sopperisce con la sua capacità di accogliere e mettere in discussione la molteplicità irredimibile del mondo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.