Il saggio ricostruisce gli esordi di Lombroso come antropologo, prima della fondazione dell'antropologia criminale nel 1876, evidenziando le caratteristiche del suo pensiero razziologico: da un lato, la condivisione degli assunti di base dell'evoluzionsimo e dell'antropologia razziale internazionale, senza una particolare orginalità; dall'altro, la fiducia nelle possibilità rigenerative delle politiche liberali e l'entusiasmo per l'unificazione statale come premessa di progresso comune. L'ottimismo iniziale si trasformerà in un pessimismo antropologico all'inizio degli anni Settanta, anche se Lombroso non cesserà di essere un difensore dell'emancipazione ebraica.
Le début de la pensée raciste de Lombroso (1860-1871)
Silvano Montaldo
2018-01-01
Abstract
Il saggio ricostruisce gli esordi di Lombroso come antropologo, prima della fondazione dell'antropologia criminale nel 1876, evidenziando le caratteristiche del suo pensiero razziologico: da un lato, la condivisione degli assunti di base dell'evoluzionsimo e dell'antropologia razziale internazionale, senza una particolare orginalità; dall'altro, la fiducia nelle possibilità rigenerative delle politiche liberali e l'entusiasmo per l'unificazione statale come premessa di progresso comune. L'ottimismo iniziale si trasformerà in un pessimismo antropologico all'inizio degli anni Settanta, anche se Lombroso non cesserà di essere un difensore dell'emancipazione ebraica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.