La passione e l'assenza. Forme del mito in poesia da Shakespeare a Rilke.

Questa raccolta di saggi analizza, sulla base della teoria letteraria (tra gli altri, Gérard Genette, Roland Barthes, Julia Kristeva, Maurice Blanchot, Paul de Man, Ezio Raimondi), alcune presenze e funzioni del mito classico nella poesia europea tra Cinquecento e Novecento. Il volume si sviluppa a partire da una rilettura del motivo della metamorfosi, dei linguaggi del desiderio e della passione nei primi due contributi su Shakespeare e Ovidio (Metamorfosi figura del desiderio impuro e Passioni liquide: miti e forme d'acqua in Ovidio e Shakespeare). Segue un capitolo sull'analisi del platonismo e, in particolare, del mito di Atlantide, nella poesia foscoliana ed europea dell'Ottocento (Atlantide e altri pays chimérique: mito platonico e poesia nelle Grazie di Foscolo e in alcuni poeti europei coevi). La relazione tra figurazione e rimozione, passione e assenza è applicata a un mito stellare di Rilke contenuto nel sonetto I, 11, quello dedicato alla figura del Reiter: una costellazione inesistente, appunto, intorno alla quale si costruisce una forma visualizzata della poesia (“Anche il legame stellare inganna”: Rilke e la costellazione del Cavaliere tra antico e moderno). Terminano il volume alcune brevi osservazioni su Un Coup de Dés di Mallarmé (“Subdivisions prismatique de l' Idée”. Una nota su l'idea e l'immagine in Un Coup de Dés). Il filo rosso è costituito dal motivo dell’assenza, che si intreccia alla passione non tanto in senso tematico quanto come costruzione retorica e filigrana narrativa e concettuale. La passione e l'assenza non agiscono soltanto sul piano concettuale della poesia, ma contribuiscono a costruirne materialmente l'immaginario attraverso le potenzialità evocative e rappresentative costituite dalla retorica, che è – per adattare una formula usata da Guido Mazzoni per indicare ciò che unisce romanzo e poesia contemporanea pur nella loro tendenza al monadismo – “forma del desiderare”.