A Genova, dalla metà del secolo X, è in atto una complicata partita a tre, giocata tra autorità vescovile, autorità marchionali, o i suoi rappresentanti, e autorità monastiche. La condizione dei giocatori ha radici antiche ed evolve nel corso di quello stesso secolo e lungo quello successivo cambiando radicalmente i rapporti reciproci. Il vescovo è figura prestigiosa, da un punto di vista spirituale e culturale, riferimento umano e duraturo di una identità comune, supremo garante in forza dell'autorevolezza morale e della continuità dell'istituzione cui appartiene, di ogni situazione di alto livello che riguardi la collettività. I marchesi esercitano la loro autorità su molti territori extraurbani ma anzichè rafforzare la loro presenza in queste aree per lo sfruttamento delle risorse economiche che possono offrire, attraverso la costruzione di un solido dominio territoriale, preferiscono iniziare attività di importazione ed esportazione e già nel corso della seconda metà del secolo XI hanno sviluppato stabili relazioni commerciali con i Fatimidi in Egitto. Le comunità monastiche tutelate nei diritti di possesso, o in quelli di nuove proprietà delle terre che lavorano, dai due precedenti precedenti poteri (vescovile e marchionale) gestiscono attività economiche complementari, ma di primaria importanza, e stabiliscono un legame privilegiato con la città diventando mediatori tra aree rurali e urbane.
Il potere della fede. Gestione del territorio e delle sue risorse, produttività agricola dei monasteri urbani genovesi tra X e XI secolo
de Vingo, P.
2017-01-01
Abstract
A Genova, dalla metà del secolo X, è in atto una complicata partita a tre, giocata tra autorità vescovile, autorità marchionali, o i suoi rappresentanti, e autorità monastiche. La condizione dei giocatori ha radici antiche ed evolve nel corso di quello stesso secolo e lungo quello successivo cambiando radicalmente i rapporti reciproci. Il vescovo è figura prestigiosa, da un punto di vista spirituale e culturale, riferimento umano e duraturo di una identità comune, supremo garante in forza dell'autorevolezza morale e della continuità dell'istituzione cui appartiene, di ogni situazione di alto livello che riguardi la collettività. I marchesi esercitano la loro autorità su molti territori extraurbani ma anzichè rafforzare la loro presenza in queste aree per lo sfruttamento delle risorse economiche che possono offrire, attraverso la costruzione di un solido dominio territoriale, preferiscono iniziare attività di importazione ed esportazione e già nel corso della seconda metà del secolo XI hanno sviluppato stabili relazioni commerciali con i Fatimidi in Egitto. Le comunità monastiche tutelate nei diritti di possesso, o in quelli di nuove proprietà delle terre che lavorano, dai due precedenti precedenti poteri (vescovile e marchionale) gestiscono attività economiche complementari, ma di primaria importanza, e stabiliscono un legame privilegiato con la città diventando mediatori tra aree rurali e urbane.File | Dimensione | Formato | |
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