A partire dal riconoscimento della dimensione culturale del diritto, il libro – una monografia di carattere scientifico ascrivibile all’area del diritto costituzionale – si interroga in merito all’influenza esercitata dai paradigmi individualista e comunitarista sul modo di intendere la Costituzione da parte degli operatori giuridici (con riguardo tanto al momento della scrittura, quanto al momento della attuazione e interpretazione). Sin dal titolo – Per scelta o per destino? La Costituzione tra individuo e «gruppo politico» – a venir messa in evidenza è la dicotomia fondamentale attraverso la quale è possibile ricostruire la posizione del singolo rispetto al gruppo: quale sia il bene supremo che ha da essere preservato nelle situazioni ultime, se il singolo (la sua vita, la sua coscienza, la sua libertà, ecc.) o il gruppo (la sua esistenza, la sua identità, la sua unità, ecc.). Evidentemente, assumere una prospettiva o l’altra produce conseguenze profonde sul modo stesso di concepire il diritto, a partire dalla Costituzione: nell’un caso significa considerare gli esseri umani quali fini ultimi dell’organizzazione sociale; nell’altro caso quali meri strumenti della stessa. Nelle pagine di Per scelta o per destino? La Costituzione tra individuo e «gruppo politico» si procede anzitutto alla costruzione di uno “strumentario concettuale” attraverso cui tracciare le coordinate essenziali delle prospettive culturali ora evocate. I primi capitoli saranno dedicati a questo scopo, delineando due percorsi distinti, anche se collegati: un percorso di analisi dei concetti fondamentali chiamati in causa e di prospettazione di un modello teorico capace di tenerli assieme (capitolo 2) e un percorso di storia del diritto pubblico attraverso cui verificare la “tenuta” in concreto della proposta teorica (capitolo 3). Questi percorsi iniziali dovrebbero rendere disponibili gli strumenti necessari per approfondire i due filoni dicotomici attraverso i quali sono ricostruibili i meccanismi fondamentali di funzionamento della vita associata. A una ricognizione su cosa sia l’individualismo seguirà il quadro delle critiche che gli sono state rivolte; lo stesso avverrà per il comunitarismo, con una ricostruzione del concetto e una rassegna dei rilievi cui è stato sottoposto (capitolo 4). Sarà a questo punto possibile individuare, all’interno del vasto tema delle opzioni teoriche che cercano di offrire spiegazioni realistiche dell’oggetto della ricerca, la prospettiva che studia la generazione spontanea di ordine, tramite la nascita di istituzioni a ciò preposte, come meritevole di approfondimento, evidenziandone le possibili conseguenze sul modo di intendere l’ordinamento giuridico (capitolo 5). A cornice del lavoro, onde provare a concretizzare un’impostazione che altrimenti rimarrebbe sul piano meramente teorico (deve sempre ricordarsi che il diritto è una scienza pratica), si proporrà la ricostruzione di alcune vicende sintomatiche della storia costituzionale italiana, con riguardo, in apertura, all’effettiva trattazione loro riservata dalla Corte costituzionale (capitolo 1) e, in conclusione, alla soluzione speculare a cui la Corte stessa avrebbe potuto giungere se avesse mosso il proprio ragionamento a partire dalle premesse culturali opposte (capitolo 6).

Per scelta o per destino? La Costituzione tra individuo e comunità

Francesco Pallante
2018-01-01

Abstract

A partire dal riconoscimento della dimensione culturale del diritto, il libro – una monografia di carattere scientifico ascrivibile all’area del diritto costituzionale – si interroga in merito all’influenza esercitata dai paradigmi individualista e comunitarista sul modo di intendere la Costituzione da parte degli operatori giuridici (con riguardo tanto al momento della scrittura, quanto al momento della attuazione e interpretazione). Sin dal titolo – Per scelta o per destino? La Costituzione tra individuo e «gruppo politico» – a venir messa in evidenza è la dicotomia fondamentale attraverso la quale è possibile ricostruire la posizione del singolo rispetto al gruppo: quale sia il bene supremo che ha da essere preservato nelle situazioni ultime, se il singolo (la sua vita, la sua coscienza, la sua libertà, ecc.) o il gruppo (la sua esistenza, la sua identità, la sua unità, ecc.). Evidentemente, assumere una prospettiva o l’altra produce conseguenze profonde sul modo stesso di concepire il diritto, a partire dalla Costituzione: nell’un caso significa considerare gli esseri umani quali fini ultimi dell’organizzazione sociale; nell’altro caso quali meri strumenti della stessa. Nelle pagine di Per scelta o per destino? La Costituzione tra individuo e «gruppo politico» si procede anzitutto alla costruzione di uno “strumentario concettuale” attraverso cui tracciare le coordinate essenziali delle prospettive culturali ora evocate. I primi capitoli saranno dedicati a questo scopo, delineando due percorsi distinti, anche se collegati: un percorso di analisi dei concetti fondamentali chiamati in causa e di prospettazione di un modello teorico capace di tenerli assieme (capitolo 2) e un percorso di storia del diritto pubblico attraverso cui verificare la “tenuta” in concreto della proposta teorica (capitolo 3). Questi percorsi iniziali dovrebbero rendere disponibili gli strumenti necessari per approfondire i due filoni dicotomici attraverso i quali sono ricostruibili i meccanismi fondamentali di funzionamento della vita associata. A una ricognizione su cosa sia l’individualismo seguirà il quadro delle critiche che gli sono state rivolte; lo stesso avverrà per il comunitarismo, con una ricostruzione del concetto e una rassegna dei rilievi cui è stato sottoposto (capitolo 4). Sarà a questo punto possibile individuare, all’interno del vasto tema delle opzioni teoriche che cercano di offrire spiegazioni realistiche dell’oggetto della ricerca, la prospettiva che studia la generazione spontanea di ordine, tramite la nascita di istituzioni a ciò preposte, come meritevole di approfondimento, evidenziandone le possibili conseguenze sul modo di intendere l’ordinamento giuridico (capitolo 5). A cornice del lavoro, onde provare a concretizzare un’impostazione che altrimenti rimarrebbe sul piano meramente teorico (deve sempre ricordarsi che il diritto è una scienza pratica), si proporrà la ricostruzione di alcune vicende sintomatiche della storia costituzionale italiana, con riguardo, in apertura, all’effettiva trattazione loro riservata dalla Corte costituzionale (capitolo 1) e, in conclusione, alla soluzione speculare a cui la Corte stessa avrebbe potuto giungere se avesse mosso il proprio ragionamento a partire dalle premesse culturali opposte (capitolo 6).
2018
Giappichelli
Giustizia e politica costituzionali
8
1
248
9788892114074
Costituzione, persona, individuo, comunità, società, individualismo, comunitarismo, istituzioni, neoistituzionalismo, storia costituzionale, ordinamento giuridico, corte costituzionale, dicotomie, paradigmi, dono, contratto, ente mutualistico, Stato
Francesco Pallante
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2318/1663755
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