Abstract Questo contributo si focalizza sui diritti dei minori, in particolare sui diritti sociali. Se l’attenzione all’infanzia è sempre molto presente nella retorica del discorso pubblico, di fatto è evidente la mancanza di politiche pubbliche che mettano al centro i diritti sociali dei minori (they dance alone) per guardare solo agli adulti attraverso un modello che polarizza sempre più le posizioni sociali e l’accesso alle risorse. Dall’analisi della povertà i bambini sono pressoché esclusi. Le ragioni sono essenzialmente di carattere culturale e strutturale: a) essi non sono considerati ‘in their own rights’, perché si ritiene che la loro povertà sia spiegata dalla povertà della loro famiglia poiché il loro benessere coinciderebbe con quello di quest’ultima (family mainstreaminig). Tale approccio è in contrasto con l’attuale orientamento sociologico all’infanzia secondo cui i bambini sono attori sociali - dotati di soggettività e portatori di diritti - da studiare di per se stessi (James, Prout 1997); b) le riforme del welfare, che dagli anni ’80 del secolo scorso si sono focalizzate sui concetti di scelta e attivazione e hanno quindi lasciato sullo sfondo la struttura sociale, hanno escluso i bambini, dal momento che non è possibile attribuire loro la scelta della loro condizione (Saraceno 2015). Questi presupposti hanno reso i bambini invisibili sia nelle statistiche sulla povertà sia quali beneficiari delle politiche pubbliche. I dati e le ricerche tuttavia hanno evidenziato che: a) a un miglioramento delle condizioni di benessere delle famiglie non corrisponde necessariamente un miglioramento nelle condizioni dei bambini; b) la misurazione della povertà dei bambini necessita di indicatori specifici (Belotti 2011, Save the Children 2014); c) da 20 anni a questa parte la povertà dei bambini, così come la disuguaglianza, è in aumento in numerosi paesi occidentali, e anche in quelli che hanno beneficiato di una crescita economica i bambini non sembrano averne beneficiato. Obiettivo del nostro intervento è analizzare in modo critico la cittadinanza dei bambini in Italia, a partire dalla concettualizzazione e misurazione della povertà. La nostra ipotesi è che la cittadinanza dei bambini non possa essere pienamente realizzata attraverso politiche che si rivolgono esclusivamente alla famiglia e che per spezzare l’ereditarietà sociale, i diritti dei bambini al welfare debbano essere affrontati con politiche slegate dalle condizioni familiari. Abstract Children are mostly excluded from the analysis of poverty. The reasons are cultural and structural: a) children are not considered in their own rights because it is assumed that their poverty can be well explained by the poverty of their family. It is supposed that their interests and their well-being match with those of the latter (family mainstreaminig). This is in contrast to the approach of childhood studies and sociology of childhood according to which children are social actors to be studied in their own rights (James, Prout 1997); b) since the 80s of the last century welfare reforms have focused on the concepts of choice and activation – leaving in the background the social structure –, and have excluded children insofar it is not possible to attribute them responsibility for the choice (Saraceno 2015). These statements have made children invisible in statistics and among the recipients of public policies. Data and research, however, have highlighted that: a) improved family conditions does not necessarily correspond to an improvement in the condition of the children; b) the assessment of child poverty needs of specific indicators (Belotti 2011, Save the Children 2014); c) in many Western countries child poverty – together with inequality - is on the rise for 20 years and even in countries that have enjoyed economic growth, children do not seem to have benefited. The aim of the paper is to think critically on children’s social citizenship in Italy starting from the conceptualization and measurement of poverty. Our hypothesis is that children’s social citizenship cannot be promoted if policies are focused exclusively on family. For breaking the bonds of the socioeconomic inheritance, children’s rights to welfare should be faced through policies disconnected from their family conditions.

They dance alone. I minori tra società e diritti sociali

Bosisio R.;
2018-01-01

Abstract

Abstract Questo contributo si focalizza sui diritti dei minori, in particolare sui diritti sociali. Se l’attenzione all’infanzia è sempre molto presente nella retorica del discorso pubblico, di fatto è evidente la mancanza di politiche pubbliche che mettano al centro i diritti sociali dei minori (they dance alone) per guardare solo agli adulti attraverso un modello che polarizza sempre più le posizioni sociali e l’accesso alle risorse. Dall’analisi della povertà i bambini sono pressoché esclusi. Le ragioni sono essenzialmente di carattere culturale e strutturale: a) essi non sono considerati ‘in their own rights’, perché si ritiene che la loro povertà sia spiegata dalla povertà della loro famiglia poiché il loro benessere coinciderebbe con quello di quest’ultima (family mainstreaminig). Tale approccio è in contrasto con l’attuale orientamento sociologico all’infanzia secondo cui i bambini sono attori sociali - dotati di soggettività e portatori di diritti - da studiare di per se stessi (James, Prout 1997); b) le riforme del welfare, che dagli anni ’80 del secolo scorso si sono focalizzate sui concetti di scelta e attivazione e hanno quindi lasciato sullo sfondo la struttura sociale, hanno escluso i bambini, dal momento che non è possibile attribuire loro la scelta della loro condizione (Saraceno 2015). Questi presupposti hanno reso i bambini invisibili sia nelle statistiche sulla povertà sia quali beneficiari delle politiche pubbliche. I dati e le ricerche tuttavia hanno evidenziato che: a) a un miglioramento delle condizioni di benessere delle famiglie non corrisponde necessariamente un miglioramento nelle condizioni dei bambini; b) la misurazione della povertà dei bambini necessita di indicatori specifici (Belotti 2011, Save the Children 2014); c) da 20 anni a questa parte la povertà dei bambini, così come la disuguaglianza, è in aumento in numerosi paesi occidentali, e anche in quelli che hanno beneficiato di una crescita economica i bambini non sembrano averne beneficiato. Obiettivo del nostro intervento è analizzare in modo critico la cittadinanza dei bambini in Italia, a partire dalla concettualizzazione e misurazione della povertà. La nostra ipotesi è che la cittadinanza dei bambini non possa essere pienamente realizzata attraverso politiche che si rivolgono esclusivamente alla famiglia e che per spezzare l’ereditarietà sociale, i diritti dei bambini al welfare debbano essere affrontati con politiche slegate dalle condizioni familiari. Abstract Children are mostly excluded from the analysis of poverty. The reasons are cultural and structural: a) children are not considered in their own rights because it is assumed that their poverty can be well explained by the poverty of their family. It is supposed that their interests and their well-being match with those of the latter (family mainstreaminig). This is in contrast to the approach of childhood studies and sociology of childhood according to which children are social actors to be studied in their own rights (James, Prout 1997); b) since the 80s of the last century welfare reforms have focused on the concepts of choice and activation – leaving in the background the social structure –, and have excluded children insofar it is not possible to attribute them responsibility for the choice (Saraceno 2015). These statements have made children invisible in statistics and among the recipients of public policies. Data and research, however, have highlighted that: a) improved family conditions does not necessarily correspond to an improvement in the condition of the children; b) the assessment of child poverty needs of specific indicators (Belotti 2011, Save the Children 2014); c) in many Western countries child poverty – together with inequality - is on the rise for 20 years and even in countries that have enjoyed economic growth, children do not seem to have benefited. The aim of the paper is to think critically on children’s social citizenship in Italy starting from the conceptualization and measurement of poverty. Our hypothesis is that children’s social citizenship cannot be promoted if policies are focused exclusively on family. For breaking the bonds of the socioeconomic inheritance, children’s rights to welfare should be faced through policies disconnected from their family conditions.
2018
Diseguaglianze e crisi della fiducia. Diritto, politica e democrazia nella società contemporanea
Franco Angeli
Sociologia politica
188
203
978-88-917-7092-9
diritti dei bambini, povertà, diritti sociali
Bosisio R., Vincenti A.
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