Il volume si propone di esplorare il concetto di militanza letteraria alla luce della ineludibile esperienza desanctisiana. I primi due capitoli mettono a fuoco due categorie fondanti del pensiero di De Sanctis, ovvero il canone e l’esilio. La prima viene analizzata mentre prende confusamente forma nelle aule dell’Accademia delle Scienze di Torino (cap. 1), città centrale per De Sanctis, come resistenza al governo napoleonico, mentre entrambe sono praticate in proprio, qualche anno dopo, da una figura estravagante del nostro panorama letterario, ovvero quel Lorenzo Da Ponte che per molti anni svolgerà in America il ruolo di italianista (cap. 2), mettendo a fuoco con grande chiarezza alcuni paradigmi poi perfezionati e utilizzati da De Sanctis. I due capitoli successivi (capp. 4 e 5) sono destinati ad analizzare il concetto di militanza così come De Sanctis lo intende e lo pratica: il suo sguardo si mostra talvolta impietoso e sempre lucido nel giudicare le posizioni altrui, come nel caso, complesso, del tragediografo toscano Giovanbattista Niccolini o in quello, più vicino e coinvolgente, dei martiri del morente governo borbonico, primo fra tutti l’amico Settembrini, più vicino al barone Sigismondo Castromediano che a De Sanctis per le posizioni politiche e per la drammaticità della vicenda biografica. Infine il sesto capitolo esplora il contrasto con la Scuola storica torinese e le molte e non scontate posizioni dei suoi rappresentanti nei confronti di De Sanctis: Torino, la città che negò all’intellettuale irpino una cattedra universitaria, fu poi la prima a creare nel suo ateneo un corso destinato all’opera e alla filosofia dell’irpino. Dal canto suo questa figura ispirò, esplicitamente, vicende di resistenza politica e intellettuale di grande rilievo, mentre i nazionalisti e poi i fascisti cercavano maldestramente di impadronirsene. Da Graf a Renier, da Cosmo a Gramsci, da Debenedetti a Sanguineti, De Sanctis resta un riferimento irrinunciabile per molti dei maestri della nostra letteratura che passarono da Torino, spesso senza restarvi, e offrirono nei loro scritti un modello di militanza morale e civile.

Fenomeni di militanza. Scritture dell'impegno dal secolo di De Sanctis al Novecento

Allasia Clara
2018-01-01

Abstract

Il volume si propone di esplorare il concetto di militanza letteraria alla luce della ineludibile esperienza desanctisiana. I primi due capitoli mettono a fuoco due categorie fondanti del pensiero di De Sanctis, ovvero il canone e l’esilio. La prima viene analizzata mentre prende confusamente forma nelle aule dell’Accademia delle Scienze di Torino (cap. 1), città centrale per De Sanctis, come resistenza al governo napoleonico, mentre entrambe sono praticate in proprio, qualche anno dopo, da una figura estravagante del nostro panorama letterario, ovvero quel Lorenzo Da Ponte che per molti anni svolgerà in America il ruolo di italianista (cap. 2), mettendo a fuoco con grande chiarezza alcuni paradigmi poi perfezionati e utilizzati da De Sanctis. I due capitoli successivi (capp. 4 e 5) sono destinati ad analizzare il concetto di militanza così come De Sanctis lo intende e lo pratica: il suo sguardo si mostra talvolta impietoso e sempre lucido nel giudicare le posizioni altrui, come nel caso, complesso, del tragediografo toscano Giovanbattista Niccolini o in quello, più vicino e coinvolgente, dei martiri del morente governo borbonico, primo fra tutti l’amico Settembrini, più vicino al barone Sigismondo Castromediano che a De Sanctis per le posizioni politiche e per la drammaticità della vicenda biografica. Infine il sesto capitolo esplora il contrasto con la Scuola storica torinese e le molte e non scontate posizioni dei suoi rappresentanti nei confronti di De Sanctis: Torino, la città che negò all’intellettuale irpino una cattedra universitaria, fu poi la prima a creare nel suo ateneo un corso destinato all’opera e alla filosofia dell’irpino. Dal canto suo questa figura ispirò, esplicitamente, vicende di resistenza politica e intellettuale di grande rilievo, mentre i nazionalisti e poi i fascisti cercavano maldestramente di impadronirsene. Da Graf a Renier, da Cosmo a Gramsci, da Debenedetti a Sanguineti, De Sanctis resta un riferimento irrinunciabile per molti dei maestri della nostra letteratura che passarono da Torino, spesso senza restarvi, e offrirono nei loro scritti un modello di militanza morale e civile.
2018
Serra
Biblioteca di «Studi desanctisiani»
2
9
161
9788833151342
9788833151359
Militanza, scritture dell'impegno, critica letteraria, Da Ponte, Niccolini, De Sanctis, Debenedetti, Sanguineti, Cosmo
Allasia Clara
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