La produzione di scarti costituisce un feedback negativo che, come scrive Lovelock, altera il sistema di equilibri del Pianeta Terra, incrinando il mantenimento di quei condizionamenti costanti che rendono possibile la vita. La salute, la razionalità e la qualità biotica dello sviluppo tecnologico e industriale dell’homo œconomicus, in altre parole, si può dedurre dalla tipologia delle scorie prodotte. Se produrre rifiuti è necessario al nostro progetto d’ordine, e fa addirittura parte del ciclo vitale; d’altra parte «l’organizzazione dinamica […] di un sistema vivente può funzionare soltanto attraverso l’eliminazione nell’ambiente di prodotti di degradazione a bassa energia» (Lovelock, 2011, p. 24). Nell’odierna economia, ben diversamente, la costituzione del vivente cade «in balia di penetranti relazioni monetarie», mentre «la Terra si assottiglia sino a un quasi-nulla, finché della sua regale estensione non resta altro che un logoro logo» (Sloterdijk): al suo posto un’immonda coltre di scarti, «avviluppati in tersi sacchi di plastica» (Calvino 2008), sale fino al cielo, come nella pestilenziale Leonia descritta da Italo Calvino. Gli abitanti di questa città, resa invisibile dalle proprie scorie, assecondano il quesito entropico posto dall’oracolo blasfemo dei consumi, che chiede: «Dimmi cosa butti via e ti dirò chi sei!» (Baudrillard).
Etica dei rifiuti
Gianluca Cuozzo
2018-01-01
Abstract
La produzione di scarti costituisce un feedback negativo che, come scrive Lovelock, altera il sistema di equilibri del Pianeta Terra, incrinando il mantenimento di quei condizionamenti costanti che rendono possibile la vita. La salute, la razionalità e la qualità biotica dello sviluppo tecnologico e industriale dell’homo œconomicus, in altre parole, si può dedurre dalla tipologia delle scorie prodotte. Se produrre rifiuti è necessario al nostro progetto d’ordine, e fa addirittura parte del ciclo vitale; d’altra parte «l’organizzazione dinamica […] di un sistema vivente può funzionare soltanto attraverso l’eliminazione nell’ambiente di prodotti di degradazione a bassa energia» (Lovelock, 2011, p. 24). Nell’odierna economia, ben diversamente, la costituzione del vivente cade «in balia di penetranti relazioni monetarie», mentre «la Terra si assottiglia sino a un quasi-nulla, finché della sua regale estensione non resta altro che un logoro logo» (Sloterdijk): al suo posto un’immonda coltre di scarti, «avviluppati in tersi sacchi di plastica» (Calvino 2008), sale fino al cielo, come nella pestilenziale Leonia descritta da Italo Calvino. Gli abitanti di questa città, resa invisibile dalle proprie scorie, assecondano il quesito entropico posto dall’oracolo blasfemo dei consumi, che chiede: «Dimmi cosa butti via e ti dirò chi sei!» (Baudrillard).File | Dimensione | Formato | |
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