In sei mesi, dal 29 ottobre 1829 al 30 aprile 1830, Leopardi compone il Canto notturno, traducendo in lirica un soggetto refrattario alla lirica stessa, come il pensiero o le idee. Queste idee che ‘cantano’ rappresentano in certo modo una novità assoluta e di fatto un’anticipazione del ‘programma’ moderno della poesia. La straordinaria invenzione di Leopardi è che l’amore per la luna passa attraverso la mediazione dell’amore per il gregge, come se lo spirito si potesse amare a partire dal buio della materia, dal fondo stesso dell’incoscienza, dunque in definitiva integrando l’abito filosofico e la stessa curiosità metafisica con il sogno e l’abbandono immemore del gregge. L’abisso buio della materia è la sorgente da cui sgorga l’aria emotiva che raggiunge il cielo della luna e là – lassù – dove non ci sono parole si chiude in discorso poetico.

Leopardi filosofo? Una questione aperta.

Ficara Giorgio
2018-01-01

Abstract

In sei mesi, dal 29 ottobre 1829 al 30 aprile 1830, Leopardi compone il Canto notturno, traducendo in lirica un soggetto refrattario alla lirica stessa, come il pensiero o le idee. Queste idee che ‘cantano’ rappresentano in certo modo una novità assoluta e di fatto un’anticipazione del ‘programma’ moderno della poesia. La straordinaria invenzione di Leopardi è che l’amore per la luna passa attraverso la mediazione dell’amore per il gregge, come se lo spirito si potesse amare a partire dal buio della materia, dal fondo stesso dell’incoscienza, dunque in definitiva integrando l’abito filosofico e la stessa curiosità metafisica con il sogno e l’abbandono immemore del gregge. L’abisso buio della materia è la sorgente da cui sgorga l’aria emotiva che raggiunge il cielo della luna e là – lassù – dove non ci sono parole si chiude in discorso poetico.
2018
17
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12
Leopardi, Canto notturno, filosofia, Petrarca, Canzone alla Vergine
Ficara Giorgio
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