I mormoni amano ricordare le loro peregrinazioni come la più grande migrazione religiosa dal periodo dell’Esodo, indicare Brigham Young come un “Mosè americano” e identificare il Great Basin con la Terra d’Israele, dove il Great Salt Lake prende il posto del Mar Morto, lo Utah Lake quello del Lago di Tiberiade e il tortuoso fiume che unisce lo Utah Lake e il Great Salt Lake porta il nome di Jordan River proprio per ricordare il fiume Giordano. Per lo stesso motivo il grandioso parco naturale, solcato da un imponente canyon, si chiama Zion: nome che gli venne dato da Isaac Behunin, uno dei primi pionieri mormoni insediatosi nel 1863 e che si diceva convinto di aver riconosciuto, in quel luogo, la vera Sion descritta nella Bibbia. Persino una banca porta il norme di Zion Bank! Di fatto sia per i mormoni dello Utah che per gli ebrei d’Israele, il legame con la propria terra è rafforzato da tradizioni storico-culturali che, seppur differenti, affondano le proprie radici nell’idea comune secondo la quale non vi sarebbe stata salvezza se non ci fosse stata la terra. A causa della loro storia travagliata, i mormoni hanno un forte senso dell’identità di gruppo, rafforzato anche da restrizioni alimentari (non consumano alcolici, non fumano e non assumono sostanze contenenti caffeina) che ricordano – almeno questo è l’intento dei Santi – le regole della kosherut ebraica, di cui peraltro non vi è traccia nel Libro di Mormon. In realtà la kosherut è ben altra cosa e impone varie limitazioni riguardo al cibarsi di carne, nonché ulteriori limitazioni, relative ad altri alimenti, per il periodo di Pesach (la Pasqua ebraica) . Devoti nel tracciare la loro genealogia a causa di un imperativo teologico che impone loro il battesimo per i morti, i mormoni credono che i loro antenati siano i discendenti di Giuseppe (figlio di Giacobbe e di Rachele, Genesi, 30:25), progenitori di Lehi (1 Nefi, 5:24 del Libro di Mormon). Per questo motivo i mormoni sostengono di essere parte del popolo d’Israele. Tuttavia, nonostante le apparenti similitudini, riteniamo vi siano anche profonde differenze tra mormoni ed ebrei: la confessione mormone è infatti caratterizzata non soltanto dall’accettazione della figura di Gesù (anche se non ne viene espressamente riconosciuta la divinità), ma anche dall’intera sequenza di profeti dei Santi degli Ultimi Giorni (a cominciare da Joseph Smith sino all’attuale Thomas Monson), da tutta una serie di testi ritenuti parola di Dio al pari della Torah e dei Vangeli, dalle visite angeliche, dai conferimenti divini di autorità, dal battesimo per i defunti e dalla convinzione che gli esseri umani – mormoni e particolarmente fedeli a Dio – possano diventare déi e creare nuovi mondi (Dottrina e alleanze, 132, 1-24).

In viaggio alla ricerca del nuovo Israele, ovvero i Mormoni dello Utah

Daniela Santus
2018-01-01

Abstract

I mormoni amano ricordare le loro peregrinazioni come la più grande migrazione religiosa dal periodo dell’Esodo, indicare Brigham Young come un “Mosè americano” e identificare il Great Basin con la Terra d’Israele, dove il Great Salt Lake prende il posto del Mar Morto, lo Utah Lake quello del Lago di Tiberiade e il tortuoso fiume che unisce lo Utah Lake e il Great Salt Lake porta il nome di Jordan River proprio per ricordare il fiume Giordano. Per lo stesso motivo il grandioso parco naturale, solcato da un imponente canyon, si chiama Zion: nome che gli venne dato da Isaac Behunin, uno dei primi pionieri mormoni insediatosi nel 1863 e che si diceva convinto di aver riconosciuto, in quel luogo, la vera Sion descritta nella Bibbia. Persino una banca porta il norme di Zion Bank! Di fatto sia per i mormoni dello Utah che per gli ebrei d’Israele, il legame con la propria terra è rafforzato da tradizioni storico-culturali che, seppur differenti, affondano le proprie radici nell’idea comune secondo la quale non vi sarebbe stata salvezza se non ci fosse stata la terra. A causa della loro storia travagliata, i mormoni hanno un forte senso dell’identità di gruppo, rafforzato anche da restrizioni alimentari (non consumano alcolici, non fumano e non assumono sostanze contenenti caffeina) che ricordano – almeno questo è l’intento dei Santi – le regole della kosherut ebraica, di cui peraltro non vi è traccia nel Libro di Mormon. In realtà la kosherut è ben altra cosa e impone varie limitazioni riguardo al cibarsi di carne, nonché ulteriori limitazioni, relative ad altri alimenti, per il periodo di Pesach (la Pasqua ebraica) . Devoti nel tracciare la loro genealogia a causa di un imperativo teologico che impone loro il battesimo per i morti, i mormoni credono che i loro antenati siano i discendenti di Giuseppe (figlio di Giacobbe e di Rachele, Genesi, 30:25), progenitori di Lehi (1 Nefi, 5:24 del Libro di Mormon). Per questo motivo i mormoni sostengono di essere parte del popolo d’Israele. Tuttavia, nonostante le apparenti similitudini, riteniamo vi siano anche profonde differenze tra mormoni ed ebrei: la confessione mormone è infatti caratterizzata non soltanto dall’accettazione della figura di Gesù (anche se non ne viene espressamente riconosciuta la divinità), ma anche dall’intera sequenza di profeti dei Santi degli Ultimi Giorni (a cominciare da Joseph Smith sino all’attuale Thomas Monson), da tutta una serie di testi ritenuti parola di Dio al pari della Torah e dei Vangeli, dalle visite angeliche, dai conferimenti divini di autorità, dal battesimo per i defunti e dalla convinzione che gli esseri umani – mormoni e particolarmente fedeli a Dio – possano diventare déi e creare nuovi mondi (Dottrina e alleanze, 132, 1-24).
2018
Viaggiare alla ricerca di Dio. Studi di Geografia della Religione
Nuova Trauben
202
232
9788899312503
Daniela Santus
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2318/1671196
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