Per Vladimir Jankélévitch l’uomo è davanti alla morte come davanti alla profondità superficiale del cielo notturno: non sa a cosa dedicarsi e la sua riflessione resta senza materia. Il rapporto tra il pensiero e la morte, già di per sé complesso, diviene ancor più problematico quando i progressi della medicina nelle tecniche di rianimazione e dei trapianti consentono di delimitare nella morte due dimensioni non distinte dalla natura: la cessazione dell’attività neurologica e la cessazione dell’attività cellulare. Il presente volume ricostruisce il percorso teorico che porta dal ruolo simbolico della morte nella vita (Schelling, Fechner e il romanticismo tedesco) alla sua rimozione socio-culturale nel XX secolo (Scheler, Jonas, Baudrillard, Morin) e all’idea contemporanea che la medicina e la tecnologia possano realizzare l’immortalità terrena (Günther Anders, il post-umano). Attraverso una riflessione filosofica arricchita da suggestioni letterarie, cinematografiche e musicali, tale percorso evidenzia la centralità del tema della morte per comprendere, da una parte, il ruolo dell’uomo nel mondo e il suo legame con il corpo e per capire, dall’altra, le trasformazioni subite dal rapporto tra il naturale e l’artificiale nella realtà odierna.
Narrare la morte. Dal romanticismo al post-umano
Davide Sisto
2013-01-01
Abstract
Per Vladimir Jankélévitch l’uomo è davanti alla morte come davanti alla profondità superficiale del cielo notturno: non sa a cosa dedicarsi e la sua riflessione resta senza materia. Il rapporto tra il pensiero e la morte, già di per sé complesso, diviene ancor più problematico quando i progressi della medicina nelle tecniche di rianimazione e dei trapianti consentono di delimitare nella morte due dimensioni non distinte dalla natura: la cessazione dell’attività neurologica e la cessazione dell’attività cellulare. Il presente volume ricostruisce il percorso teorico che porta dal ruolo simbolico della morte nella vita (Schelling, Fechner e il romanticismo tedesco) alla sua rimozione socio-culturale nel XX secolo (Scheler, Jonas, Baudrillard, Morin) e all’idea contemporanea che la medicina e la tecnologia possano realizzare l’immortalità terrena (Günther Anders, il post-umano). Attraverso una riflessione filosofica arricchita da suggestioni letterarie, cinematografiche e musicali, tale percorso evidenzia la centralità del tema della morte per comprendere, da una parte, il ruolo dell’uomo nel mondo e il suo legame con il corpo e per capire, dall’altra, le trasformazioni subite dal rapporto tra il naturale e l’artificiale nella realtà odierna.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.