Libro dedicato all’opera di Francesco Fulvio Frugoni nell’ambito del progetto pedagogico cattolico dell’autore e del suo ordine, i Minimi di San Francesco da Paola. La ricerca affronta la questione dell’idea e della pratica frugoniane della letteratura, che in una sorta di onnigrafia sperimenta e commistiona generi e stili, interviene nelle questioni estetiche e poetiche della cultura barocca, affronta e giudica la storia e la politica, si fa pedagogia, si esalta nello specifico letterario. In questa analisi intertestuale assumono particolare rilevanza sia la concezione della tragicommedia per musica come dramma di contrarietà concordate”, di cui l’“Epulone”(1675) è l’ermafroditico modello, sia la teoria del romanzo come “epopea in prosa” che si sviluppa e approda a soluzioni differenti: mescolanza di storia e invenzione ne “La Vergina parigina”(1661) con successivi privilegi ed elezioni, prima della storia ne “L’Eroina intrepida” (1673) poi di un’invenzione onnicomprensiva e smodata nei sette volumi de “Il cane di Diogene”(1687-1689), “opera massima” ed estrema dell’inarrestabile dissolversi di un mondo. Nell’indagine sul viaggio e sulle esperienze del cane, sulla cultura libraria di tutti i tempi e in particolare del Seicento, al centro del decimo racconto del romanzo, “Il Tribunal della Critica”, l’attenzione è volta alla continua mutazione del punto di vista e alla sospensione dell’attesa del lettore, alla mischianza di temi e modi, al montaggio del dissimile e dell’alogico con straordinari esiti grotteschi, alla trasmodante rassegna di similitudini, metafore, emblemi, allegorie, al funambolico catalogo di citazioni e riscritture, all’alchimia della frase, della parola e del suono che, in un’ottica anamorfica, denunciano il mondano teatro di maschere, di immagini proteiformi e simulatrici, del mondo alla rovescia.
Il mondo alla rovescia. Saggi su Francesco Fulvio Frugoni
ZANDRINO, Barbara
1984-01-01
Abstract
Libro dedicato all’opera di Francesco Fulvio Frugoni nell’ambito del progetto pedagogico cattolico dell’autore e del suo ordine, i Minimi di San Francesco da Paola. La ricerca affronta la questione dell’idea e della pratica frugoniane della letteratura, che in una sorta di onnigrafia sperimenta e commistiona generi e stili, interviene nelle questioni estetiche e poetiche della cultura barocca, affronta e giudica la storia e la politica, si fa pedagogia, si esalta nello specifico letterario. In questa analisi intertestuale assumono particolare rilevanza sia la concezione della tragicommedia per musica come dramma di contrarietà concordate”, di cui l’“Epulone”(1675) è l’ermafroditico modello, sia la teoria del romanzo come “epopea in prosa” che si sviluppa e approda a soluzioni differenti: mescolanza di storia e invenzione ne “La Vergina parigina”(1661) con successivi privilegi ed elezioni, prima della storia ne “L’Eroina intrepida” (1673) poi di un’invenzione onnicomprensiva e smodata nei sette volumi de “Il cane di Diogene”(1687-1689), “opera massima” ed estrema dell’inarrestabile dissolversi di un mondo. Nell’indagine sul viaggio e sulle esperienze del cane, sulla cultura libraria di tutti i tempi e in particolare del Seicento, al centro del decimo racconto del romanzo, “Il Tribunal della Critica”, l’attenzione è volta alla continua mutazione del punto di vista e alla sospensione dell’attesa del lettore, alla mischianza di temi e modi, al montaggio del dissimile e dell’alogico con straordinari esiti grotteschi, alla trasmodante rassegna di similitudini, metafore, emblemi, allegorie, al funambolico catalogo di citazioni e riscritture, all’alchimia della frase, della parola e del suono che, in un’ottica anamorfica, denunciano il mondano teatro di maschere, di immagini proteiformi e simulatrici, del mondo alla rovescia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.