Lo studio e l’analisi della gestione dei luoghi di culto, intesi come beni culturali di interesse religioso, offre interessanti punti di riflessione sugli aspetti giuridici della questione, in particolare l’intreccio tra norme statali e canoniche che comporta un procedimento, una complessa e precisa successione di atti da parte di due apparati amministrativi, quello statale e quello ecclesiastico. L’articolo, partendo da un sintetico riferimento alle procedure per il riuso non indecoroso dei luoghi di culto, incentrato sul can. 1222 e sull’art. 831 c. 2 c.c., oltre che sulle norme del codice dei beni culturali (d.lgs. 42/2004), si sofferma sull’analisi di un caso di alienazione, poi trasformatosi in donazione, di due chiese ad una amministrazione pubblica. In particolare, si tratta della chiesa di Sant’Orsola e della chiesa di San Bernardino, donate al Comune di Sommariva del Bosco (CN) dalla Diocesi di Torino ed adibite entrambe ad attività socio-culturali. La complessità di questo caso consente di allargare l’orizzonte e suggerire proposte nel momento in cui la diocesi si troverà ad affrontare casi futuri che necessitino di un confronto e di una trattativa con degli stakeholder. In conclusione si evidenziano gli obiettivi e le prospettive intraprese dalla Diocesi di Torino circa il censimento del patrimonio onde poter agevolmente classificare i propri beni ed individuare quali mantenere adibiti all’esercizio del culto e quali invece possano risultare idonei, di concerto con gli enti e le istituzioni presenti sul territorio, ad essere alienati oppure, soluzione preferita laddove possibile, ad essere concessi in comodato gratuito ad associazioni o a pubbliche amministrazioni per finalità culturali e comunque non in contrasto con l’interesse religioso connaturato al bene.

Il riuso degli edifici di culto: Casi, criteri di gestione e prospettive nella diocesi di Torino

Davide Dimodugno
2017-01-01

Abstract

Lo studio e l’analisi della gestione dei luoghi di culto, intesi come beni culturali di interesse religioso, offre interessanti punti di riflessione sugli aspetti giuridici della questione, in particolare l’intreccio tra norme statali e canoniche che comporta un procedimento, una complessa e precisa successione di atti da parte di due apparati amministrativi, quello statale e quello ecclesiastico. L’articolo, partendo da un sintetico riferimento alle procedure per il riuso non indecoroso dei luoghi di culto, incentrato sul can. 1222 e sull’art. 831 c. 2 c.c., oltre che sulle norme del codice dei beni culturali (d.lgs. 42/2004), si sofferma sull’analisi di un caso di alienazione, poi trasformatosi in donazione, di due chiese ad una amministrazione pubblica. In particolare, si tratta della chiesa di Sant’Orsola e della chiesa di San Bernardino, donate al Comune di Sommariva del Bosco (CN) dalla Diocesi di Torino ed adibite entrambe ad attività socio-culturali. La complessità di questo caso consente di allargare l’orizzonte e suggerire proposte nel momento in cui la diocesi si troverà ad affrontare casi futuri che necessitino di un confronto e di una trattativa con degli stakeholder. In conclusione si evidenziano gli obiettivi e le prospettive intraprese dalla Diocesi di Torino circa il censimento del patrimonio onde poter agevolmente classificare i propri beni ed individuare quali mantenere adibiti all’esercizio del culto e quali invece possano risultare idonei, di concerto con gli enti e le istituzioni presenti sul territorio, ad essere alienati oppure, soluzione preferita laddove possibile, ad essere concessi in comodato gratuito ad associazioni o a pubbliche amministrazioni per finalità culturali e comunque non in contrasto con l’interesse religioso connaturato al bene.
2017
7
10 (2016)
115
132
https://in_bo.unibo.it/article/view/6440/6927
Riuso, Chiese, Procedure, Gestione, Stakeholder
Davide Dimodugno
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