Il proliferare di atti legislativi italiani che incorporano termini inglesi suscita perplessità: in un paese con alto numero di "analfabeti funzionali", l'inglese non agevola la comprensione delle regole giuridiche, non è rivolto a minoranze linguistiche anglofone. Lo scambio linguistico è sempre avvenuto ed è utile all'arricchimento del linguaggio, ma in campo giuridico il prestito indiscriminato di termini del common law genera incertezza e litigiosità.
Anglicisms in Statutes: do they improve citizens' access to law?
Silvia Ferreri
2018-01-01
Abstract
Il proliferare di atti legislativi italiani che incorporano termini inglesi suscita perplessità: in un paese con alto numero di "analfabeti funzionali", l'inglese non agevola la comprensione delle regole giuridiche, non è rivolto a minoranze linguistiche anglofone. Lo scambio linguistico è sempre avvenuto ed è utile all'arricchimento del linguaggio, ma in campo giuridico il prestito indiscriminato di termini del common law genera incertezza e litigiosità.File in questo prodotto:
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