I robot del sesso sono già una realtà: per il momento i facsimili sono alquanto grezzi e assai poco sofisticati, ma in futuro la tecnologia potrà produrre copie sempre più qualificate. Molto spesso i robot del sesso vengono presentati come un prodotto destinato soprattutto alle persone sole, con disabilità o che hanno subito traumi sessuali. In realtà, il robot del sesso può essere un “giocattolo” divertente per qualsiasi persona interessata ed in grado di fare sesso con una macchina programmata e progettata per questo o a cui piace fare sesso con un’altra persona usando anche oggetti. L’idea, però, che si possa avere un rapporto sessuale con un robot (intelligente quanto vogliamo) non è bizzarra? In fondo, il sesso non è qualcosa di diverso? Non proviamo, poi, disgusto all’idea che qualcuno abbia voglia di fare sesso con un robot? Non è normale pensare che dietro la scelta di acquistare o di fare sesso con i robot ci sia una difficoltà ad entrare in relazione con altre persone? Non è forse evidente che dietro il bisogno di possedere un robot, c’è soprattutto il desiderio di avere un partner sottomesso, controllabile e sempre a disposizione per qualsiasi richiesta? E cosa pensare delle persone che vogliono fare sesso con un robot programmato per rifiutare un rapporto sessuale: non traggono piacere da una violenza? Dal momento, poi, che i sex robot vengono prodotti soprattutto con le fattezze di donne e hanno come possibili acquirenti soprattutto gli uomini, la loro commercializzazione non alimenta la convinzione malata che le donne siano a disposizione degli uomini e che questi hanno il diritto di usarle e sfruttarle per il loro piacere? Si potrebbero aprire poi scenari completamente nuovi: ad esempio, con la produzione di umanoidi sempre più intelligenti potremmo in futuro anche innamorarci di loro e immaginare che non siano delle semplici macchine ma persone? Oltre a confrontarsi con il dibattito internazionale sull’accettabilità morale dei sex robot, il libro prende in esame gli studi più recenti sui videogiochi violenti e sulla pornografia, mettendo in discussione la convinzione diffusa che praticare giochi violenti o assistere a rappresentazioni violente corrompa le persone e le renda violente. La tesi del libro è che i sex robot non soltanto potrebbero essere uno strumento importante per esprimere ed esplorare le nostre fantasie sessuali più proibite, ma potrebbero anche essere usati per il trattamento dei sex offender e pedofili. Un libro che mette in discussione i nostri pregiudizi nel confronti dei sex robot e che con chiarezza e semplicità ci aiuta a ragionare e a riflettere su un futuro che è già presente, nella consapevolezza che i robot cambieranno il mondo e la nostra vita.

Sex Robot. L'amore al tempo delle macchine

Maurizio Balistreri
2018-01-01

Abstract

I robot del sesso sono già una realtà: per il momento i facsimili sono alquanto grezzi e assai poco sofisticati, ma in futuro la tecnologia potrà produrre copie sempre più qualificate. Molto spesso i robot del sesso vengono presentati come un prodotto destinato soprattutto alle persone sole, con disabilità o che hanno subito traumi sessuali. In realtà, il robot del sesso può essere un “giocattolo” divertente per qualsiasi persona interessata ed in grado di fare sesso con una macchina programmata e progettata per questo o a cui piace fare sesso con un’altra persona usando anche oggetti. L’idea, però, che si possa avere un rapporto sessuale con un robot (intelligente quanto vogliamo) non è bizzarra? In fondo, il sesso non è qualcosa di diverso? Non proviamo, poi, disgusto all’idea che qualcuno abbia voglia di fare sesso con un robot? Non è normale pensare che dietro la scelta di acquistare o di fare sesso con i robot ci sia una difficoltà ad entrare in relazione con altre persone? Non è forse evidente che dietro il bisogno di possedere un robot, c’è soprattutto il desiderio di avere un partner sottomesso, controllabile e sempre a disposizione per qualsiasi richiesta? E cosa pensare delle persone che vogliono fare sesso con un robot programmato per rifiutare un rapporto sessuale: non traggono piacere da una violenza? Dal momento, poi, che i sex robot vengono prodotti soprattutto con le fattezze di donne e hanno come possibili acquirenti soprattutto gli uomini, la loro commercializzazione non alimenta la convinzione malata che le donne siano a disposizione degli uomini e che questi hanno il diritto di usarle e sfruttarle per il loro piacere? Si potrebbero aprire poi scenari completamente nuovi: ad esempio, con la produzione di umanoidi sempre più intelligenti potremmo in futuro anche innamorarci di loro e immaginare che non siano delle semplici macchine ma persone? Oltre a confrontarsi con il dibattito internazionale sull’accettabilità morale dei sex robot, il libro prende in esame gli studi più recenti sui videogiochi violenti e sulla pornografia, mettendo in discussione la convinzione diffusa che praticare giochi violenti o assistere a rappresentazioni violente corrompa le persone e le renda violente. La tesi del libro è che i sex robot non soltanto potrebbero essere uno strumento importante per esprimere ed esplorare le nostre fantasie sessuali più proibite, ma potrebbero anche essere usati per il trattamento dei sex offender e pedofili. Un libro che mette in discussione i nostri pregiudizi nel confronti dei sex robot e che con chiarezza e semplicità ci aiuta a ragionare e a riflettere su un futuro che è già presente, nella consapevolezza che i robot cambieranno il mondo e la nostra vita.
2018
Fandango
1
224
978-88-6044-552-0
Etica, Bioetica, Cura, Disabilità, Tecnologia, Robot
Maurizio Balistreri
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2318/1684617
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