Potevamo anche non nascere. È stato un puro caso se siamo venuti al mondo. Quel giorno, quando i nostri genitori si sono incontrati, le cose sarebbero potute andare diversamente. Per una ragione o per l’altra le loro strade potevano anche non incrociarsi: sarebbero potuti restare bloccati in ascensore, cadere e farsi male mentre andavano a prendere l’autobus o, a causa di un temporale improvviso, un incontro imprevisto, un incidente, uno sciopero dei mezzi, avrebbero potuto cambiare i loro programmi. Entrambi, poi, avrebbero potuto anticipare o posticipare la partenza per le vacanze, l’appuntamento di lavoro, l’incontro con un amico o la serata a teatro o al cinema: sarebbe stata sufficiente una piccola indecisione ed essi non si sarebbero conosciuti. Inoltre, poteva anche succedere che non si piacessero: che, cioè, pur incontrandosi, restassero indifferenti l’uno all’altro e non avessero più voglia di rivedersi. Il fidanzamento, poi, sarebbe potuto naufragare: avrebbero potuto scoprire di non essere fatti l’uno per l’altro, il lavoro avrebbe potuto portarli molto lontani oppure semplicemente si sarebbero potuti innamorare follemente di altre persone. Una volta sposati poi avrebbero potuto anche non fare l’amore il giorno in cui ci hanno concepito o quel giorno avrebbero potuto usare dei mezzi anticoncenzionali: avrebbero potuto ad esempio continuare a leggere il giornale o un romanzo appassionante o avrebbero potuto avere l’influenza e aver voglia solamente di dormire. Sembra difficile credere che la nostra vita sia il prodotto di così tante coincidenze. Eppure la nostra esistenza dipende non soltanto da quella dei nostri genitori ma anche dal fatto che essi si sono incontrati e ci hanno concepito nel momento in cui di fatto ci hanno concepito: in questo caso, piccoli cambiamenti temporali fanno la differenza perché determinano quale spermatozoo feconderà l’ovocita. Perciò, se il concepimento non fosse avvenuto a partire dallo spermatozoo e dalla cellula uovo da cui – di fatto – abbiamo avuto origine, noi non saremmo nati e al nostro posto sarebbero venute al mondo altre persone con un codice genetico diverso. Insomma, le nostre probabilità di venire al mondo erano estremamente remote. La domanda è: nascere è come vincere alla lotteria (cioè, una grandissima ed inaspettata fortuna) oppure è la più grande disgrazia o sventura che mai poteva capitarci?

Era meglio non nascere? Considerazioni sul valore della vita.

Maurizio Balistreri
2018-01-01

Abstract

Potevamo anche non nascere. È stato un puro caso se siamo venuti al mondo. Quel giorno, quando i nostri genitori si sono incontrati, le cose sarebbero potute andare diversamente. Per una ragione o per l’altra le loro strade potevano anche non incrociarsi: sarebbero potuti restare bloccati in ascensore, cadere e farsi male mentre andavano a prendere l’autobus o, a causa di un temporale improvviso, un incontro imprevisto, un incidente, uno sciopero dei mezzi, avrebbero potuto cambiare i loro programmi. Entrambi, poi, avrebbero potuto anticipare o posticipare la partenza per le vacanze, l’appuntamento di lavoro, l’incontro con un amico o la serata a teatro o al cinema: sarebbe stata sufficiente una piccola indecisione ed essi non si sarebbero conosciuti. Inoltre, poteva anche succedere che non si piacessero: che, cioè, pur incontrandosi, restassero indifferenti l’uno all’altro e non avessero più voglia di rivedersi. Il fidanzamento, poi, sarebbe potuto naufragare: avrebbero potuto scoprire di non essere fatti l’uno per l’altro, il lavoro avrebbe potuto portarli molto lontani oppure semplicemente si sarebbero potuti innamorare follemente di altre persone. Una volta sposati poi avrebbero potuto anche non fare l’amore il giorno in cui ci hanno concepito o quel giorno avrebbero potuto usare dei mezzi anticoncenzionali: avrebbero potuto ad esempio continuare a leggere il giornale o un romanzo appassionante o avrebbero potuto avere l’influenza e aver voglia solamente di dormire. Sembra difficile credere che la nostra vita sia il prodotto di così tante coincidenze. Eppure la nostra esistenza dipende non soltanto da quella dei nostri genitori ma anche dal fatto che essi si sono incontrati e ci hanno concepito nel momento in cui di fatto ci hanno concepito: in questo caso, piccoli cambiamenti temporali fanno la differenza perché determinano quale spermatozoo feconderà l’ovocita. Perciò, se il concepimento non fosse avvenuto a partire dallo spermatozoo e dalla cellula uovo da cui – di fatto – abbiamo avuto origine, noi non saremmo nati e al nostro posto sarebbero venute al mondo altre persone con un codice genetico diverso. Insomma, le nostre probabilità di venire al mondo erano estremamente remote. La domanda è: nascere è come vincere alla lotteria (cioè, una grandissima ed inaspettata fortuna) oppure è la più grande disgrazia o sventura che mai poteva capitarci?
2018
3
11
11
17
Bioetica, Etica, Nascita, Vita.
Maurizio Balistreri
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