«This time it’s different». A livello continentale, è stato questo lo slogan col quale è stata condotta la campagna elettorale per le elezioni europee del 22-25 maggio 2014. Tali consultazioni elettorali sono infatti state le prime nella vigenza del Trattato di Lisbona del 2007, il cui art. 17 prevede che la designazione della personalità che guiderà la nuova Commissione europea sia effettuata «tenendo conto del risultato delle elezioni europee». Conseguentemente, quelle che si sono appena celebrate sono state le prime consultazioni continentali alle quali si sono presentati dei veri e propri candidati alla Presidenza. Questo, sostanzialmente, anche e soprattutto per cercare di diminuire il deficit democratico che più volte è stato ipotizzato contraddistinguere le istituzioni comunitarie, oggi più che mai percepite come assai distanti dai cittadini europei. Tuttavia, che quello appena compiuto possa davvero essere considerato il passo decisivo verso tale legittimazione è tutto da dimostrare: per quanto appaia paradossale, infatti, non è affatto detto che il prossimo presidente sia effettivamente uno dei politici che si sono candidati a tale carica. Quale che sia l’esito concreto del processo di designazione del prossimo presidente della Commissione europea, tuttavia, è fuori di dubbio che le elezioni del 22-25 maggio 2014 rappresentino un potenziale punto di svolta per l’architettura istituzionale comunitaria: che la presentazione di candidati alla presidenza si riveli un fatto puramente simbolico, oppure, al contrario, che tale innovazione funga davvero da punto di partenza per una ristrutturazione – in senso ancora più democratico – delle istituzioni europee, a tale aspetto è comunque necessario dedicare la massima attenzione.
Looking for a President: il contributo elettorale dei candidati alla Presidenza
Pritoni A.
2014-01-01
Abstract
«This time it’s different». A livello continentale, è stato questo lo slogan col quale è stata condotta la campagna elettorale per le elezioni europee del 22-25 maggio 2014. Tali consultazioni elettorali sono infatti state le prime nella vigenza del Trattato di Lisbona del 2007, il cui art. 17 prevede che la designazione della personalità che guiderà la nuova Commissione europea sia effettuata «tenendo conto del risultato delle elezioni europee». Conseguentemente, quelle che si sono appena celebrate sono state le prime consultazioni continentali alle quali si sono presentati dei veri e propri candidati alla Presidenza. Questo, sostanzialmente, anche e soprattutto per cercare di diminuire il deficit democratico che più volte è stato ipotizzato contraddistinguere le istituzioni comunitarie, oggi più che mai percepite come assai distanti dai cittadini europei. Tuttavia, che quello appena compiuto possa davvero essere considerato il passo decisivo verso tale legittimazione è tutto da dimostrare: per quanto appaia paradossale, infatti, non è affatto detto che il prossimo presidente sia effettivamente uno dei politici che si sono candidati a tale carica. Quale che sia l’esito concreto del processo di designazione del prossimo presidente della Commissione europea, tuttavia, è fuori di dubbio che le elezioni del 22-25 maggio 2014 rappresentino un potenziale punto di svolta per l’architettura istituzionale comunitaria: che la presentazione di candidati alla presidenza si riveli un fatto puramente simbolico, oppure, al contrario, che tale innovazione funga davvero da punto di partenza per una ristrutturazione – in senso ancora più democratico – delle istituzioni europee, a tale aspetto è comunque necessario dedicare la massima attenzione.File | Dimensione | Formato | |
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