Viene presentato un quadro delle scholae in funzione a Vercelli nei decenni a cavaliere dei secoli XII-XIII, rappresentate in primo luogo da quella attiva, almeno dagli anni quaranta del XII secolo, all’interno del chiostro di Sant’Eusebio, cui seguirono quelle dei Vittorini, accolti nel monastero cittadino di Sant’Andrea, e delle comunità dei fratres Predicatori e Minori. La vivacità del tessuto culturale e scolastico vercellese – che rivela la sensibilità della Chiesa locale verso le disposizioni fissate dai canones dei concili lateranensi III e IV riguardanti l’istruzione del clero – è stata considerata nel più ampio contesto delle scholae dei capitoli delle cattedrali subalpine, tra le quali la realtà eusebiana si distinse per la presenza di canonici dotati di un alto livello di istruzione, attestato dal titolo di magister, e per la vitalità della circolazione libraria connessa alla pratica didattica. Una aggiornata cultura teologica venne immessa in città al rientro di diversi chierici che studiarono in scholae esterne a quelle vercellesi, in particolare frequentando gli insegnamenti offerti nelle prestigiose scuole parigine. La capacità dei centri di insegnamento della città padana di attrarre studenti dalle regioni dell’Italia nord-occidentale e d’oltralpe è meno attestata: questa assunse proporzioni evidenti soprattutto negli anni che seguirono l’apertura dello Studium generale (1228).
I rotuli con diagrammi nei centri di studio e di insegnamento vercellesi (secc. XII-XIII)
Paolo Rosso
2018-01-01
Abstract
Viene presentato un quadro delle scholae in funzione a Vercelli nei decenni a cavaliere dei secoli XII-XIII, rappresentate in primo luogo da quella attiva, almeno dagli anni quaranta del XII secolo, all’interno del chiostro di Sant’Eusebio, cui seguirono quelle dei Vittorini, accolti nel monastero cittadino di Sant’Andrea, e delle comunità dei fratres Predicatori e Minori. La vivacità del tessuto culturale e scolastico vercellese – che rivela la sensibilità della Chiesa locale verso le disposizioni fissate dai canones dei concili lateranensi III e IV riguardanti l’istruzione del clero – è stata considerata nel più ampio contesto delle scholae dei capitoli delle cattedrali subalpine, tra le quali la realtà eusebiana si distinse per la presenza di canonici dotati di un alto livello di istruzione, attestato dal titolo di magister, e per la vitalità della circolazione libraria connessa alla pratica didattica. Una aggiornata cultura teologica venne immessa in città al rientro di diversi chierici che studiarono in scholae esterne a quelle vercellesi, in particolare frequentando gli insegnamenti offerti nelle prestigiose scuole parigine. La capacità dei centri di insegnamento della città padana di attrarre studenti dalle regioni dell’Italia nord-occidentale e d’oltralpe è meno attestata: questa assunse proporzioni evidenti soprattutto negli anni che seguirono l’apertura dello Studium generale (1228).File | Dimensione | Formato | |
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