Il rapporto qui istituto fra malattia e romanzo ha origini ben precise nell'affermarsi a metà del secolo scorso, in campo medico, del metodo sperimentale, grazie a Claude Bernard, metodo che trova applicazione in letteratura con Émile Zola. Nell'Italia di Manzoni si riscuotevano allora di preferenza i risultati clamorosi delle ricerche darwiniane (è del 1869 il saggio L’uomo e la scimmia di Tommaseo), che gettavano una nuova luce sull'origine dell'uomo. Tuttavia, proprio a partire dagli anni Settanta, con l'arrivo di testi fondamentali quali i Principles of psychology di Herbert Spencer e il saggio De l'Intelligence di Hippolyte Taine, il panorama è destinato a cambiare ulteriormente. Lo testimoniano, e l'ampio dibattito critico riservato al nuovo romanzo, e la stesura di opere quali Giacinta (1879) o Profumo (1890) di Luigi Capuana, Malombra (1881) di Antonio Fogazzaro, Fantasia (1883) di Matilde Serao, Ermanno Raeli (1889) di Federico De Roberto, L'anima (1894) di Enrico Annibale Butti, La disfatta (1896) di Alfredo Oriani, Il riscatto (1900) di Arturo Graf. Naturalmente, non sono da escludersi i romanzi del ciclo della «rosa» di Gabriele D'Annunzio: in particolare, L'innocente, 1892 e Il Trionfo della Morte, 1894. Grazie ad essi, e a molti altri, è stato possibile cogliere e documentare l'attenzione dei narratori alle nuove malattie, quelle della psiche, ora riconosciute e studiate, sebbene non ancora curate. Il predominio, tradizionalmente riservato alla narrativa veristica, viene, di conseguenza, ridotto a dimensioni meno totalizzanti. Entrando nello specifico e non accontentandosi di facili generalizzazioni, a conferma di indicazioni ormai mature, si restituisce a Capuana e a De Roberto, per limitarsi a due nomi noti, la partecipazione acuta e attiva alla formazione di un romanzo alternativo alle tematiche sociali, e più attento all'indagine dell'io profondo, frantumato e discusso, dei singoli protagonisti. «Per capire meglio che cosa sia, chi sia quell'Altro che, col suo destarsi e le sue rivolte, scatena le zuffe e le sofferenze testimoniate dal deformarsi della fisionomia del personaggio uomo, bisogna uscire per un momento dal campo dell'arte», ha scritto autorevolmente Giacomo Debenedetti guardando a Freud. Nel presente lavoro si è descritto il medesimo percorso, ma spostando la data d'inizio dell'indagine al periodo antecedente all'arrivo delle teorie freudiane in Italia. Si è dovuto dare ascolto alla voce degli scienziati (Charcot, Richet, Janet, Binet, Wundt, senza dimenticare Enrico Morselli, Salvatore Tommasi), e dei filosofi: (in primo luogo a Schopenhauer e a Hartmann, ed ancora a Ribot, Lotze, Comte, Littré, fino agli ovvi Bertrando Spaventa, Roberto Arrdigò, Gaetano Negri). Loro seppero dare un nome al profondo, seppero indagare nell'inconscio dell'uomo: ai romanzieri, però, toccò dare forma ed espressione all'«Altro».

Fantasmi del corpo, fantasmi della mente. La malattia fra analisi e racconto (1870-1900)

NAY, Laura
1999-01-01

Abstract

Il rapporto qui istituto fra malattia e romanzo ha origini ben precise nell'affermarsi a metà del secolo scorso, in campo medico, del metodo sperimentale, grazie a Claude Bernard, metodo che trova applicazione in letteratura con Émile Zola. Nell'Italia di Manzoni si riscuotevano allora di preferenza i risultati clamorosi delle ricerche darwiniane (è del 1869 il saggio L’uomo e la scimmia di Tommaseo), che gettavano una nuova luce sull'origine dell'uomo. Tuttavia, proprio a partire dagli anni Settanta, con l'arrivo di testi fondamentali quali i Principles of psychology di Herbert Spencer e il saggio De l'Intelligence di Hippolyte Taine, il panorama è destinato a cambiare ulteriormente. Lo testimoniano, e l'ampio dibattito critico riservato al nuovo romanzo, e la stesura di opere quali Giacinta (1879) o Profumo (1890) di Luigi Capuana, Malombra (1881) di Antonio Fogazzaro, Fantasia (1883) di Matilde Serao, Ermanno Raeli (1889) di Federico De Roberto, L'anima (1894) di Enrico Annibale Butti, La disfatta (1896) di Alfredo Oriani, Il riscatto (1900) di Arturo Graf. Naturalmente, non sono da escludersi i romanzi del ciclo della «rosa» di Gabriele D'Annunzio: in particolare, L'innocente, 1892 e Il Trionfo della Morte, 1894. Grazie ad essi, e a molti altri, è stato possibile cogliere e documentare l'attenzione dei narratori alle nuove malattie, quelle della psiche, ora riconosciute e studiate, sebbene non ancora curate. Il predominio, tradizionalmente riservato alla narrativa veristica, viene, di conseguenza, ridotto a dimensioni meno totalizzanti. Entrando nello specifico e non accontentandosi di facili generalizzazioni, a conferma di indicazioni ormai mature, si restituisce a Capuana e a De Roberto, per limitarsi a due nomi noti, la partecipazione acuta e attiva alla formazione di un romanzo alternativo alle tematiche sociali, e più attento all'indagine dell'io profondo, frantumato e discusso, dei singoli protagonisti. «Per capire meglio che cosa sia, chi sia quell'Altro che, col suo destarsi e le sue rivolte, scatena le zuffe e le sofferenze testimoniate dal deformarsi della fisionomia del personaggio uomo, bisogna uscire per un momento dal campo dell'arte», ha scritto autorevolmente Giacomo Debenedetti guardando a Freud. Nel presente lavoro si è descritto il medesimo percorso, ma spostando la data d'inizio dell'indagine al periodo antecedente all'arrivo delle teorie freudiane in Italia. Si è dovuto dare ascolto alla voce degli scienziati (Charcot, Richet, Janet, Binet, Wundt, senza dimenticare Enrico Morselli, Salvatore Tommasi), e dei filosofi: (in primo luogo a Schopenhauer e a Hartmann, ed ancora a Ribot, Lotze, Comte, Littré, fino agli ovvi Bertrando Spaventa, Roberto Arrdigò, Gaetano Negri). Loro seppero dare un nome al profondo, seppero indagare nell'inconscio dell'uomo: ai romanzieri, però, toccò dare forma ed espressione all'«Altro».
1999
Edizioni dell'Orso
Contributi e proposte
38
1
348
9788876944437
psicologia, romanzo, critica letteraria, D'Annunzio, Fogazzaro
Nay, Laura
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2318/16937
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