Come scriveva Amedeo Quondan nel suo libro del 2003, l’armatura è una guaina continua, una seconda pelle da esibire e che certifica, con la sua valenza visiva ed evocativa, la conquista del principe moderno di una seconda natura umana e divina. L’armatura cerimoniale è dunque un dispositivo simbolico, è un pezzo unico, un’opera d’arte, un oggetto di lusso esclusivo da mostrare; il suo apparato iconografico si raccorda con la contemporanea cultura degli emblemi e delle imprese, cioè con le comuni forme comunicative e sancisce la condivisione della tradizione classica, veicolo privilegiato del potere per tutto il Cinquecento. Lo sapeva bene Carlo Emanuele I, principe in armi, che seppe ampiamente utilizzarne l’efficacia sia durante le azioni militari, sia e tanto più in tempo di pace. Il saggio indaga, attraverso le immagini (pitture, incisioni e sculture) che lo raffigurano fin dalla tenera età con ricche armature, la cultura della guerra e il suo esprimere nel linguaggio della politica e della rappresentazione le tappe di un consapevole ed esemplare processo autocelebrativo nel quale le virtù del governo si saldano a quelle militari sovrapponendosi in un unico ritratto visivo e letterario.
Franca Varallo, Una vita in armi: l’immagine del principe guerriero in età moderna
Franca Varallo
2018-01-01
Abstract
Come scriveva Amedeo Quondan nel suo libro del 2003, l’armatura è una guaina continua, una seconda pelle da esibire e che certifica, con la sua valenza visiva ed evocativa, la conquista del principe moderno di una seconda natura umana e divina. L’armatura cerimoniale è dunque un dispositivo simbolico, è un pezzo unico, un’opera d’arte, un oggetto di lusso esclusivo da mostrare; il suo apparato iconografico si raccorda con la contemporanea cultura degli emblemi e delle imprese, cioè con le comuni forme comunicative e sancisce la condivisione della tradizione classica, veicolo privilegiato del potere per tutto il Cinquecento. Lo sapeva bene Carlo Emanuele I, principe in armi, che seppe ampiamente utilizzarne l’efficacia sia durante le azioni militari, sia e tanto più in tempo di pace. Il saggio indaga, attraverso le immagini (pitture, incisioni e sculture) che lo raffigurano fin dalla tenera età con ricche armature, la cultura della guerra e il suo esprimere nel linguaggio della politica e della rappresentazione le tappe di un consapevole ed esemplare processo autocelebrativo nel quale le virtù del governo si saldano a quelle militari sovrapponendosi in un unico ritratto visivo e letterario.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.