Tra ombre e specchi: brevi riflessioni sui commi 39, 40, 41 della legge Cirinnà

L’articolo analizza una questione controversa e delicata: se i familiari di un paziente incapace abbiano, in quanto tali, la legittimazione a interloquire con i medici, partecipando così al dialogo che porta al consenso informato. La tesi proposta è che un tale potere esista nella prassi di ogni giorno e si radichi da sempre nel costume sociale per poi trovare, nella legge, una serie di indizi concordanti. Tra questi, appunto, i commi 39, 40 e 41 della legge 76/2016. Essi, anche in rapporto alla successiva legge n. 219/2017 sul consenso informato e le DAT, proverebbero in tralice la naturale preesistenza di una simile legittimazione tra congiunti: legittimazione che lo stesso legislatore avrebbe assunto, più o meno consapevolmente, a presupposto implicito del proprio intervento normativo.