Nei primi anni della Terza Repubblica l’élite liberale al potere investì risorse economiche, politiche e culturali nella creazione di una nuova figura intellettuale: quella del costituzionalista. L’istituzione, in tutte le università francesi, di cattedre di diritto costituzionale, aveva la specifica funzione di sostenere e legittimare sul piano scientifico il nuovo ordine politico liberal-repubblicano e parlamentare. Lo scritto ricostruisce la parabola intellettuale dei primi “costituzionalisti della Repubblica”, le dottrine propugnate, le risposte alle più controverse questioni interpretative del nuovo ordine costituzionale, le trasformazioni che la dottrina costituzionalistica subisce nel corso dei decenni successivi, quando l’egemonia culturale dei professori della prima generazione – radicati nell’università parigina – comincia ad essere intaccata dall’emergere di alcuni “concorrenti”, per lo più provenienti da università di provincia. Costoro iniziano a mettere in discussione la doxa repubblicana e finiscono per favorire quella “rivoluzione conservatrice” che – alla vigilia della prima guerra mondiale e poi più avanti, ai tempi del crollo finale della Terza Repubblica – porterà a una sempre più feroce polemica antiparlamentare, all’esaltazione del primato dell’esecutivo, fino a sostenere, durante l’esperienza dell’Ètat Français, un regime politico apertamente autoritario e nazionalista. Tutto ciò apre un interessante spazio di riflessione sull’impatto che le teorie costituzionali e le sistematizzazioni dogmatiche contribuiscono a produrre sulla legittimazione dei sistemi costituzionali.
Il contributo della dottrina costituzionalistica alla stabilizzazione della Terza Repubblica francese: strategie di legittimazione e di contestazione
enrico grosso
2019-01-01
Abstract
Nei primi anni della Terza Repubblica l’élite liberale al potere investì risorse economiche, politiche e culturali nella creazione di una nuova figura intellettuale: quella del costituzionalista. L’istituzione, in tutte le università francesi, di cattedre di diritto costituzionale, aveva la specifica funzione di sostenere e legittimare sul piano scientifico il nuovo ordine politico liberal-repubblicano e parlamentare. Lo scritto ricostruisce la parabola intellettuale dei primi “costituzionalisti della Repubblica”, le dottrine propugnate, le risposte alle più controverse questioni interpretative del nuovo ordine costituzionale, le trasformazioni che la dottrina costituzionalistica subisce nel corso dei decenni successivi, quando l’egemonia culturale dei professori della prima generazione – radicati nell’università parigina – comincia ad essere intaccata dall’emergere di alcuni “concorrenti”, per lo più provenienti da università di provincia. Costoro iniziano a mettere in discussione la doxa repubblicana e finiscono per favorire quella “rivoluzione conservatrice” che – alla vigilia della prima guerra mondiale e poi più avanti, ai tempi del crollo finale della Terza Repubblica – porterà a una sempre più feroce polemica antiparlamentare, all’esaltazione del primato dell’esecutivo, fino a sostenere, durante l’esperienza dell’Ètat Français, un regime politico apertamente autoritario e nazionalista. Tutto ciò apre un interessante spazio di riflessione sull’impatto che le teorie costituzionali e le sistematizzazioni dogmatiche contribuiscono a produrre sulla legittimazione dei sistemi costituzionali.File | Dimensione | Formato | |
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