A seguito della recente introduzione del D.lgs 183/2017, che apporta importanti modifiche ed integrazioni al Codice dell’Ambiente (D.lgs 152/2006), si è nuovamente alimentato il dibattito, sul concetto di emissione odorigena e sul conseguenziale fatto che dette sostanze debbano considerarsi a tutti gli effetti inquinanti, tanto che l’esposizione prolungata alle c.d. emissioni odorigene, nella maggior parte dei casi, causa disturbi e/o sensibilizzazioni. In particolare il D.lgs 183/2017, attuativo della Direttiva UE n. 2015/2193[2], relativa alla limitazione delle emissioni di taluni inquinanti originati da impianti di combustione stabilisce norme per il controllo d’emissione nell’aria di sostanze inquinanti ad effetto odorigeno, quali per esempio combinati di biossido di zolfo (SO2), ossidi di azoto (NOx) e monossido di carbonio.
EMISSIONE DI SOSTANZE ODORIGENE E DIRITTO ALLA SALUBRITA' DELL'ARIA. Riflessioni a seguito dell'introduzione del nuovo articolo 272-bis al Codice dell'Ambiente
RACCA ANDREA
2019-01-01
Abstract
A seguito della recente introduzione del D.lgs 183/2017, che apporta importanti modifiche ed integrazioni al Codice dell’Ambiente (D.lgs 152/2006), si è nuovamente alimentato il dibattito, sul concetto di emissione odorigena e sul conseguenziale fatto che dette sostanze debbano considerarsi a tutti gli effetti inquinanti, tanto che l’esposizione prolungata alle c.d. emissioni odorigene, nella maggior parte dei casi, causa disturbi e/o sensibilizzazioni. In particolare il D.lgs 183/2017, attuativo della Direttiva UE n. 2015/2193[2], relativa alla limitazione delle emissioni di taluni inquinanti originati da impianti di combustione stabilisce norme per il controllo d’emissione nell’aria di sostanze inquinanti ad effetto odorigeno, quali per esempio combinati di biossido di zolfo (SO2), ossidi di azoto (NOx) e monossido di carbonio.File | Dimensione | Formato | |
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