Il contributo si propone di indagare il vasto ed eterogeneo corpus dei cosiddetti “film catastrofici” con un approccio attento alle mutazioni della catastrofe come εῖδο (qui da intendersi nella limitata accezione di “configurazione visibile”). L’’ipotesi di fondo è che lo spettro di queste mutazioni formali sia compreso tra due polarità: da un lato l’immagine mimetico-analogica, dall’altro la defigurazione. Dopo avere individuato i tre principali elementi che istituiscono l’immagine cinematografica della catastrofe (punto di vista, distanza, mediazione tecnologica), si prova quindi a dimostrare come le variabili combinazioni tra tali elementi generino almeno quattro diversi quattro regimi di figurazione della scena catastrofica (visione integrata / visione interna / visione sublime / visione psichica). Nella seconda parte del contributo, si evidenzia poi come questi quattro regimi caratterizzino alcune tendenze morfologiche peculiari dei diversi periodi storici del film catastrofico. Nell’ultima parte infine ci si concentra non più sulle mutazioni dell’immagine della catastrofe ma sulla catastrofe dell’immagine stessa, ossia su quei casi nei quali la catastrofe compromette le condizioni materiali dell’immagine mimetica determinando una mutazione irreversibile del visivo capace di portare l’immagine sull’orlo di un imminente collasso del senso.
Dall'immagine della catastrofe alla catastrofe dell'immagine. Proposte per un'analisi morfologica
Silvio Alovisio
2018-01-01
Abstract
Il contributo si propone di indagare il vasto ed eterogeneo corpus dei cosiddetti “film catastrofici” con un approccio attento alle mutazioni della catastrofe come εῖδο (qui da intendersi nella limitata accezione di “configurazione visibile”). L’’ipotesi di fondo è che lo spettro di queste mutazioni formali sia compreso tra due polarità: da un lato l’immagine mimetico-analogica, dall’altro la defigurazione. Dopo avere individuato i tre principali elementi che istituiscono l’immagine cinematografica della catastrofe (punto di vista, distanza, mediazione tecnologica), si prova quindi a dimostrare come le variabili combinazioni tra tali elementi generino almeno quattro diversi quattro regimi di figurazione della scena catastrofica (visione integrata / visione interna / visione sublime / visione psichica). Nella seconda parte del contributo, si evidenzia poi come questi quattro regimi caratterizzino alcune tendenze morfologiche peculiari dei diversi periodi storici del film catastrofico. Nell’ultima parte infine ci si concentra non più sulle mutazioni dell’immagine della catastrofe ma sulla catastrofe dell’immagine stessa, ossia su quei casi nei quali la catastrofe compromette le condizioni materiali dell’immagine mimetica determinando una mutazione irreversibile del visivo capace di portare l’immagine sull’orlo di un imminente collasso del senso.File | Dimensione | Formato | |
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I discorsi della fine. Catastrofi, disastri, apocalissi (2018)-pagine-5,7-8,99-122.pdf
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