L’oppressione che molte donne sono costrette a vivere in nome dell’islam è un fenomeno tristemente noto, che tuttavia – nonostante gli stereotipi occidentali - non deriva direttamente da quanto espressamente insegnato nel Corano. Di questo sono consapevoli le femministe islamiche che conducono la loro battaglia proprio contro le interpretazioni patriarcali del testo sacro e lo fanno attraverso l’esegesi del testo stesso, lavorando alla decostruzione e alla contestualizzazione – anche attraverso una corretta traduzione - di quei versetti che paiono indicare l’inferiorità della donna. Una inferiorità che non è sancita dal Corano, quanto piuttosto dalle strutture sociali che hanno istituzionalizzato la negazione del femminile. “E’ stato il Califfo Umar (nel VII sec.) a proibire che le donne fossero alla guida della comunità, quando durante la vita del Profeta è risaputo che Aisha – la sua ultima moglie – fosse solita a guidare la preghiera dei fedeli e a fare da consulente per le questioni teologiche e spirituali più complesse” afferma Sherin Khankan, la prima donna imam della Scandinavia, aggiungendo anche che “nel Corano, il velo è una metafora. Significa modestia e ogni donna interpreta questo concetto come più le si addice. Per me, modestia significa essere come sono oggi; altre donne si sentono musulmane “a modo” solo indossando il velo. Mi batterò affinché possano continuare a farlo, così come mi batterò affinché possano toglierselo quando vogliono”. La riappropriazione del Corano, insomma, è una sfida al femminile e sta alle donne vincerla all’interno di una fede in cui Dio non si è rivelato al genere umano “facendosi uomo”, bensì discendendo sotto forma di Libro Le autrici, Sara Ansaloni e Daniela Santus, hanno affrontato la tematica “donne e islam” da un punto di vista squisitamente intellettuale e scientifico: la fede è lasciata ai cuori dei singoli, lo studio è alla portata di ognuno.

Daniela Santus, Sara Ansaloni, Il Corano e le donne. Studio di geografia della religione, Torino, Nuova Trauben, 2019

Daniela Santus
2019-01-01

Abstract

L’oppressione che molte donne sono costrette a vivere in nome dell’islam è un fenomeno tristemente noto, che tuttavia – nonostante gli stereotipi occidentali - non deriva direttamente da quanto espressamente insegnato nel Corano. Di questo sono consapevoli le femministe islamiche che conducono la loro battaglia proprio contro le interpretazioni patriarcali del testo sacro e lo fanno attraverso l’esegesi del testo stesso, lavorando alla decostruzione e alla contestualizzazione – anche attraverso una corretta traduzione - di quei versetti che paiono indicare l’inferiorità della donna. Una inferiorità che non è sancita dal Corano, quanto piuttosto dalle strutture sociali che hanno istituzionalizzato la negazione del femminile. “E’ stato il Califfo Umar (nel VII sec.) a proibire che le donne fossero alla guida della comunità, quando durante la vita del Profeta è risaputo che Aisha – la sua ultima moglie – fosse solita a guidare la preghiera dei fedeli e a fare da consulente per le questioni teologiche e spirituali più complesse” afferma Sherin Khankan, la prima donna imam della Scandinavia, aggiungendo anche che “nel Corano, il velo è una metafora. Significa modestia e ogni donna interpreta questo concetto come più le si addice. Per me, modestia significa essere come sono oggi; altre donne si sentono musulmane “a modo” solo indossando il velo. Mi batterò affinché possano continuare a farlo, così come mi batterò affinché possano toglierselo quando vogliono”. La riappropriazione del Corano, insomma, è una sfida al femminile e sta alle donne vincerla all’interno di una fede in cui Dio non si è rivelato al genere umano “facendosi uomo”, bensì discendendo sotto forma di Libro Le autrici, Sara Ansaloni e Daniela Santus, hanno affrontato la tematica “donne e islam” da un punto di vista squisitamente intellettuale e scientifico: la fede è lasciata ai cuori dei singoli, lo studio è alla portata di ognuno.
2019
Nuova Trauben
Geografia, culture e società
2
7
231
9788899312664
Islam, Corano, donne, femminismo islamico, medioriente
Daniela Santus
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