Come ha osservato Marziano Guglielminetti, esistono «differenti modi di fare dell’io l’oggetto dello scrivere», di dare al sé uno spazio per raccontarsi e per tracciare con la penna la percezione del proprio vissuto. Il patriota piemontese Santorre di Santa Rosa (1783-1825) ha sperimentato, come forse pochi altri, quasi tutte le modalità della scrittura in prima persona: dai diari agli zibaldoni letterari, dall’autobiografia alle note di viaggio, dai ricordi vergati velocemente su quaderni di recupero alle lettere in cui racconta di sé ai famigliari e agli amici. Tuttavia i risultati più convincenti sono senza dubbio raggiunti attraverso la forma-diario. È infatti alle Confessions, iniziate in francese e proseguite con un secondo ciclo, ancora inedito, in italiano, che Santa Rosa affida, per quasi vent’anni, la «dolce e fedele immagine» di sé, dall’adolescenza all’alba della militanza politica che precede il suo impegno nei moti rivoluzionari. Questi journaux intimes, finora mai pubblicati integralmente e poco conosciuti nel panorama delle scritture dell’io dell’Ottocento romantico, costituiscono un documento fondamentale per la storia culturale del Piemonte preunitario e per gli studi sulla formazione dei protagonisti del nostro Risorgimento, ma non solo. Grazie al loro carattere privato, le Confessions ci consentono di indagare la personalità di Santa Rosa in una prospettiva inedita, lontana dalle rappresentazioni convenzionali dell’eroe, rivelandone le passioni, prima di tutto letterarie, e la tormentata maturazione delle sue convinzioni politiche e linguistiche in una terra di frontiera dove l’italianità, tra difficoltà, compromessi e precise scelte ideologiche, tarda ad affermarsi.

Santorre di Santa Rosa, Confessions (1801-1813)

Chiara Tavella
2020-01-01

Abstract

Come ha osservato Marziano Guglielminetti, esistono «differenti modi di fare dell’io l’oggetto dello scrivere», di dare al sé uno spazio per raccontarsi e per tracciare con la penna la percezione del proprio vissuto. Il patriota piemontese Santorre di Santa Rosa (1783-1825) ha sperimentato, come forse pochi altri, quasi tutte le modalità della scrittura in prima persona: dai diari agli zibaldoni letterari, dall’autobiografia alle note di viaggio, dai ricordi vergati velocemente su quaderni di recupero alle lettere in cui racconta di sé ai famigliari e agli amici. Tuttavia i risultati più convincenti sono senza dubbio raggiunti attraverso la forma-diario. È infatti alle Confessions, iniziate in francese e proseguite con un secondo ciclo, ancora inedito, in italiano, che Santa Rosa affida, per quasi vent’anni, la «dolce e fedele immagine» di sé, dall’adolescenza all’alba della militanza politica che precede il suo impegno nei moti rivoluzionari. Questi journaux intimes, finora mai pubblicati integralmente e poco conosciuti nel panorama delle scritture dell’io dell’Ottocento romantico, costituiscono un documento fondamentale per la storia culturale del Piemonte preunitario e per gli studi sulla formazione dei protagonisti del nostro Risorgimento, ma non solo. Grazie al loro carattere privato, le Confessions ci consentono di indagare la personalità di Santa Rosa in una prospettiva inedita, lontana dalle rappresentazioni convenzionali dell’eroe, rivelandone le passioni, prima di tutto letterarie, e la tormentata maturazione delle sue convinzioni politiche e linguistiche in una terra di frontiera dove l’italianità, tra difficoltà, compromessi e precise scelte ideologiche, tarda ad affermarsi.
2020
Confessions
Edizioni dell'Orso
«Filologia e Letteratura italiane. Studi e Testi»
1
1
690
978-88-6274-964-0
Santorre di Santa Rosa, Confessions, Confessioni, diari inediti, journal intime, autobiografia, scritture dell'io, Letteratura italiana dell'Ottocento, Risorgimento
Chiara Tavella
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