Il presente lavoro analizza due tra le figure di trust forse più originali oggi impiegate in Cina: il “trust di beni culturali” (文物托管 wenwu tuoguan) e il “trust museale” (博物馆托管 bowuguan tuoguan). Si tratta di ipotesi finora neglette dal legislatore della RPC e raramente analizzate dalla dottrina cinese. Esse, tuttavia, nell’ultimo decennio, hanno suscitato l’interesse non solo degli studiosi più attenti alle problematiche relative alla tutela giuridica dell’eredità culturale materiale cinese, ma anche di collezionisti, proprietari di beni culturali mobili e immobili, musei e istituzioni pubbliche e private, al punto da concretizzarsi in alcune ragguardevoli, ancorché sporadiche, sperimentazioni. Nelle prossime pagine daremo conto di questi sviluppi, ancora poco noti ai non addetti ai lavori, sia all’interno che al di fuori della Repubblica Popolare, ma che potrebbero, in futuro, rivelarsi cruciali ai fini della creazione di un sistema di gestione e promozione dell’eredità culturale veramente efficace. In particolare, si partirà dalla definizione generale di “bene culturale” e “trust” elaborate a livello dottrinale e legislativo per vedere come i giuristi cinesi abbiano saputo approfittare, anche dal punto di vista etimologico, di esse e della vaghezza di alcune delle norme dedicate agli istituti a cui esse si riferiscono per legittimare la creazione di due “nuove” figure di trust, diverse ma (almeno in apparenza) ugualmente utili a potenziare la tutela dell’eredità materiale cinese. Qualche cenno sarà, poi, dedicato alle proposte, de jure condendo, recentemente avanzate dalla dottrina affinché tali figure siano riconosciute e inserite nel diritto positivo cinese, e ai risultati delle sperimentazioni in materia condotte negli ultimi dieci anni all’interno del territorio della RPC.
TRUST(S) “CON CARATTERISTICHE CINESI” E TUTELA DEL PATRIMONIO CULTURALE NELLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE
Novaretti Simona
2019-01-01
Abstract
Il presente lavoro analizza due tra le figure di trust forse più originali oggi impiegate in Cina: il “trust di beni culturali” (文物托管 wenwu tuoguan) e il “trust museale” (博物馆托管 bowuguan tuoguan). Si tratta di ipotesi finora neglette dal legislatore della RPC e raramente analizzate dalla dottrina cinese. Esse, tuttavia, nell’ultimo decennio, hanno suscitato l’interesse non solo degli studiosi più attenti alle problematiche relative alla tutela giuridica dell’eredità culturale materiale cinese, ma anche di collezionisti, proprietari di beni culturali mobili e immobili, musei e istituzioni pubbliche e private, al punto da concretizzarsi in alcune ragguardevoli, ancorché sporadiche, sperimentazioni. Nelle prossime pagine daremo conto di questi sviluppi, ancora poco noti ai non addetti ai lavori, sia all’interno che al di fuori della Repubblica Popolare, ma che potrebbero, in futuro, rivelarsi cruciali ai fini della creazione di un sistema di gestione e promozione dell’eredità culturale veramente efficace. In particolare, si partirà dalla definizione generale di “bene culturale” e “trust” elaborate a livello dottrinale e legislativo per vedere come i giuristi cinesi abbiano saputo approfittare, anche dal punto di vista etimologico, di esse e della vaghezza di alcune delle norme dedicate agli istituti a cui esse si riferiscono per legittimare la creazione di due “nuove” figure di trust, diverse ma (almeno in apparenza) ugualmente utili a potenziare la tutela dell’eredità materiale cinese. Qualche cenno sarà, poi, dedicato alle proposte, de jure condendo, recentemente avanzate dalla dottrina affinché tali figure siano riconosciute e inserite nel diritto positivo cinese, e ai risultati delle sperimentazioni in materia condotte negli ultimi dieci anni all’interno del territorio della RPC.File | Dimensione | Formato | |
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