Appunti alfieriani sul Chiabrera epico: le postille al 'Firenze' (con qualche considerazione sulla''Etruria vendicata').

Il contributo esamina due postille autografe di Alfieri, scritte sulle pagine dell’edizione principe (1615) del poema 'Firenze' di Gabriello Chiabrera, acquistata nel 1795. Queste note, nelle quali il trageda esprime rapidi ma incisivi giudizi sull’epica del poeta secentesco, riflettono la concezione alfieriana del sublime, nella fattispecie del sublime epico: una meta da cui rimane lontano Chiabrera, al quale, invece, non molto tempo dopo Alfieri riconoscerà l’eccellenza nel sublime lirico alla maniera di Pindaro. L’occasione offerta dalla tardiva lettura del 'Firenze', distante sia nel tempo che negli intenti dall’esperimento alfieriano dell’'Etruria vendicata', offre lo spunto per tornare sul poemetto anti-tirannico, che, a prescindere dal parere espresso sull’opera di Chiabrera, mostra di avere con quest’ultima alcune affinità, essendo, seppure per sentieri diversi e indipendenti, entrambi testimoni della lunga e inarrestabile crisi del genere eroico.