Il contributo ripercorre la vicenda del controesodo monfalconese, snodandosi in un arco temporale compreso tra il 1946 e la prima metà degli anni Cinquanta. Dopo l’esposizione di un quadro fattuale, vengono presi in considerazione gli aspetti principali del fenomeno, soffermandosi sull’arrivo dei monfalconesi nella Jugoslavia di Tito, con particolare riferimento alle realtà di Fiume e Pola. Insieme alla vicenda dei monfalconesi è proposta anche quella di alcuni comunisti italiani emigrati in Jugoslavia, perché spinti dalla volontà di partecipare direttamente alla costruzione di un paese socialista. Nel giugno 1948 la risoluzione del Cominform rompe gli schemi. I monfalconesi si schierano nella pressoché totalità a favore del documento dell’Ufficio informazioni, proprio come la gran parte dei comunisti italiani. Andranno incontro alla repressione dell’Udba, la polizia politica di Titoi. Arrestati e processati sconteranno la loro pena nei campi di Tito, primo tra tutti Goli Otok. L’articolo si sofferma infine sul ritorno in Italia dei monfalconesi, trovatisi a pagare le conseguenze di una scelta che, loro malgrado, li fece tornare da sconfitti. Sia nei confronti delle forze nazionaliste e della destra reazionaria, sia verso i vecchi compagni di partito che, dopo un primo momento, ne compresero lo sconforto, consentendo loro di riprendere l’attività politica nel Pci.
La speranza e l’illusione. Controesodo monfalconese e comunisti italiani nella Jugoslavia di Tito
Enrico Miletto
2019-01-01
Abstract
Il contributo ripercorre la vicenda del controesodo monfalconese, snodandosi in un arco temporale compreso tra il 1946 e la prima metà degli anni Cinquanta. Dopo l’esposizione di un quadro fattuale, vengono presi in considerazione gli aspetti principali del fenomeno, soffermandosi sull’arrivo dei monfalconesi nella Jugoslavia di Tito, con particolare riferimento alle realtà di Fiume e Pola. Insieme alla vicenda dei monfalconesi è proposta anche quella di alcuni comunisti italiani emigrati in Jugoslavia, perché spinti dalla volontà di partecipare direttamente alla costruzione di un paese socialista. Nel giugno 1948 la risoluzione del Cominform rompe gli schemi. I monfalconesi si schierano nella pressoché totalità a favore del documento dell’Ufficio informazioni, proprio come la gran parte dei comunisti italiani. Andranno incontro alla repressione dell’Udba, la polizia politica di Titoi. Arrestati e processati sconteranno la loro pena nei campi di Tito, primo tra tutti Goli Otok. L’articolo si sofferma infine sul ritorno in Italia dei monfalconesi, trovatisi a pagare le conseguenze di una scelta che, loro malgrado, li fece tornare da sconfitti. Sia nei confronti delle forze nazionaliste e della destra reazionaria, sia verso i vecchi compagni di partito che, dopo un primo momento, ne compresero lo sconforto, consentendo loro di riprendere l’attività politica nel Pci.File | Dimensione | Formato | |
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