Per “street food” si intendono tutti gli alimenti già pronti per il consumo, venduti e spesso preparati per strada o in altri luoghi pubblici. Attualmente, secondo le stime FAO, circa 2,5 miliardi di persone nel mondo mangiano quotidianamente cibo di strada. Vista la costante ascesa dell’incidenza delle malattie trasmesse da alimenti nei Paesi industrializzati e la crescente dimensione del fenomeno “street food” in Italia, risulta fondamentale valutare accuratamente le caratteristiche di questa tipologia di ristorazione, le cui peculiarità comportano criticità strutturali e ambientali che assumono ancora maggiore importanza se non gestite in modo corretto dal venditore. Per raggiungere lo scopo dello studio di analizzare il livello di formazione degli operatori del settore e il loro rispetto della normativa, è stata predisposta una checklist/questionario anonima, volta anche ad ottenere informazioni utili per poter individuare e in seguito valutare le eventuali carenze formative e strutturali che potessero caratterizzare operatori e attività commerciali, permettendo così anche di mappare sommariamente la situazione nel territorio della Città Metropolitana di Torino. La checklist, composta da 60 domande suddivise in 6 sezioni in base agli ambiti, è stata somministrata di persona a un campione di 67 operatori, titolari o dipendenti, individuati sul territorio della città metropolitana di Torino. Di questi, 51 hanno accettato di rispondere della checklist, 16 si sono rifiutati. Le risposte ottenute dai questionari hanno permesso di individuare diversi punti critici: rispetto al reale grado di formazione dell’OSA si è registrato un livello di conoscenza parziale, in particolare riguardo ai concetti di contaminazione crociata e di cattivo stato di conservazione degli alimenti. Valutando invece il livello di formazione degli operatori sui requisiti strutturali e l’aderenza della loro attività alla normativa vigente è emerso che le carenze più gravi riguardano, tra le altre, l’adeguata separazione di alimenti di origine differente, il mantenimento e il controllo della catena del freddo. Lo studio ha evidenziato come gli OSA del settore street food debbano gestire problematiche di non facile risoluzione, fatto questo che, unito alla rilevante carenza di formazione e alla difficoltà che incontrano gli organi di controllo ufficiali nell’effettuare controlli mirati, rende la situazione difficile, come evidenziato dai risultati delle checklist che si sono rivelati infatti tutt’altro che ottimali nell’adempimento agli obblighi legislativi e nelle nozioni base di sicurezza alimentare.

Street Food: analisi del livello di formazione degli OSA nell'ottica della sicurezza del consumatore e del rispetto della normativa.

Maria Ausilia Grassi;
2019-01-01

Abstract

Per “street food” si intendono tutti gli alimenti già pronti per il consumo, venduti e spesso preparati per strada o in altri luoghi pubblici. Attualmente, secondo le stime FAO, circa 2,5 miliardi di persone nel mondo mangiano quotidianamente cibo di strada. Vista la costante ascesa dell’incidenza delle malattie trasmesse da alimenti nei Paesi industrializzati e la crescente dimensione del fenomeno “street food” in Italia, risulta fondamentale valutare accuratamente le caratteristiche di questa tipologia di ristorazione, le cui peculiarità comportano criticità strutturali e ambientali che assumono ancora maggiore importanza se non gestite in modo corretto dal venditore. Per raggiungere lo scopo dello studio di analizzare il livello di formazione degli operatori del settore e il loro rispetto della normativa, è stata predisposta una checklist/questionario anonima, volta anche ad ottenere informazioni utili per poter individuare e in seguito valutare le eventuali carenze formative e strutturali che potessero caratterizzare operatori e attività commerciali, permettendo così anche di mappare sommariamente la situazione nel territorio della Città Metropolitana di Torino. La checklist, composta da 60 domande suddivise in 6 sezioni in base agli ambiti, è stata somministrata di persona a un campione di 67 operatori, titolari o dipendenti, individuati sul territorio della città metropolitana di Torino. Di questi, 51 hanno accettato di rispondere della checklist, 16 si sono rifiutati. Le risposte ottenute dai questionari hanno permesso di individuare diversi punti critici: rispetto al reale grado di formazione dell’OSA si è registrato un livello di conoscenza parziale, in particolare riguardo ai concetti di contaminazione crociata e di cattivo stato di conservazione degli alimenti. Valutando invece il livello di formazione degli operatori sui requisiti strutturali e l’aderenza della loro attività alla normativa vigente è emerso che le carenze più gravi riguardano, tra le altre, l’adeguata separazione di alimenti di origine differente, il mantenimento e il controllo della catena del freddo. Lo studio ha evidenziato come gli OSA del settore street food debbano gestire problematiche di non facile risoluzione, fatto questo che, unito alla rilevante carenza di formazione e alla difficoltà che incontrano gli organi di controllo ufficiali nell’effettuare controlli mirati, rende la situazione difficile, come evidenziato dai risultati delle checklist che si sono rivelati infatti tutt’altro che ottimali nell’adempimento agli obblighi legislativi e nelle nozioni base di sicurezza alimentare.
2019
14
20
Francesco Federico Bisogno, Maria Ausilia Grassi, Daniela Granatiero,
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