L’articolo intende discutere con un taglio critico le modalità con cui il dibattito scientifico, la politica regionale e le azioni che da questa derivano stanno affrontando i cambiamenti radicali che contrassegnano il rapporto tra le ‘regioni politiche’ e il potere statuale, sullo sfondo di una situazione internazionale caratterizzata dall’irrompere del cosiddetto discorso ‘sovranista’. Quest’ultimo sembra aver ridimensionato l’afflato regionalista che aveva connotato l’ultimo decennio del Novecento, in particolare nei paesi membri dell’Unione Europea, e riportato in auge la sovranità statuale come asse di riferimento della vita delle comunità politiche nazionali. In realtà, il regionalismo non appare in ritirata, ma ha semmai preso strade diverse rispetto al rafforzamento legislativo impresso con le riforme degli anni Novanta, privilegiando una dimensione urbano-regionale che sembra interpretare meglio dei tradizionali contenitori regionali il ruolo di ‘soggetto attivo’ delle dinamiche spaziali e dei nuovi equilibri territoriali. Contro la convenzionale dicotomia che vede contrapposti Stato e regioni, sulla scorta di recenti evoluzioni del quadro teorico-analitico internazionale l’articolo propone quindi di osservare questi attori come elementi co-costitutivi di una arena decisionale di natura transcalare e post-nazionale più adatta alle dinamiche spaziali contemporanee e alle relative strategie di controllo da parte delle istituzioni pubbliche e delle organizzazioni socio-economiche. Si tratta di una lettura delle relazioni tra Stato e regioni – e tra politiche nazionali e politiche regionali – che è del tutto assente nel dibattito italiano, attardato nelle tradizionali diatribe su centralismo/ federalismo e nazionale/locale.

La dimensione regionale nel prisma della statualità post-nazionale e delle regioni urbane globali: le innovazioni in atto e il ritardo della ricerca

Carlo Salone
2018-01-01

Abstract

L’articolo intende discutere con un taglio critico le modalità con cui il dibattito scientifico, la politica regionale e le azioni che da questa derivano stanno affrontando i cambiamenti radicali che contrassegnano il rapporto tra le ‘regioni politiche’ e il potere statuale, sullo sfondo di una situazione internazionale caratterizzata dall’irrompere del cosiddetto discorso ‘sovranista’. Quest’ultimo sembra aver ridimensionato l’afflato regionalista che aveva connotato l’ultimo decennio del Novecento, in particolare nei paesi membri dell’Unione Europea, e riportato in auge la sovranità statuale come asse di riferimento della vita delle comunità politiche nazionali. In realtà, il regionalismo non appare in ritirata, ma ha semmai preso strade diverse rispetto al rafforzamento legislativo impresso con le riforme degli anni Novanta, privilegiando una dimensione urbano-regionale che sembra interpretare meglio dei tradizionali contenitori regionali il ruolo di ‘soggetto attivo’ delle dinamiche spaziali e dei nuovi equilibri territoriali. Contro la convenzionale dicotomia che vede contrapposti Stato e regioni, sulla scorta di recenti evoluzioni del quadro teorico-analitico internazionale l’articolo propone quindi di osservare questi attori come elementi co-costitutivi di una arena decisionale di natura transcalare e post-nazionale più adatta alle dinamiche spaziali contemporanee e alle relative strategie di controllo da parte delle istituzioni pubbliche e delle organizzazioni socio-economiche. Si tratta di una lettura delle relazioni tra Stato e regioni – e tra politiche nazionali e politiche regionali – che è del tutto assente nel dibattito italiano, attardato nelle tradizionali diatribe su centralismo/ federalismo e nazionale/locale.
2018
1
90
107
https://oajournals.fupress.net/index.php/contesti/issue/view/464
regione, regionalismo, regioni urbane globali, politiche regionali
Carlo Salone
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