Il saggio è diviso in due parti. Nella prima è analizzato il nesso stretto tra democrazia e lavoro che i costituenti vollero inserire come pilastro centrale dell’intero edificio repubblicano; si trattò dell’innovazione principale immessa all’interno del nuovo ordinamento, adottata soprattutto come elemento di rottura rispetto alla vicenda storica nazionale (prima liberale e poi fascista), ma anche come elemento di distinzione rispetto ad altri sistemi costituzionali in via di definizione. Partendo dalla lettura dei Principi fondamentali (in particolare dai primi quattro articoli della Carta), per arrivare all’analisi del Titolo III sui Rapporti economici, la questione del lavoro è esaminata in rapporto ai temi della sovranità popolare e della partecipazione dei cittadini, con i loro diritti e doveri, alla vita economica e politica della nazione. Uno spazio specifico è rivolto ad approfondire le discussioni sull’ordinamento sindacale (art. 39) e sullo sciopero (art. 40). Nella seconda parte sono presi in considerazione i principali avvenimenti del 1948, con particolare riguardo alle vicende politiche che seguirono le elezioni del 18 aprile e l’attentato a Togliatti del 14 luglio, da cui scaturirono le scissioni sindacali. La fine della Cgil unitaria e la nascita di Cisl e Uil avviarono la lunga stagione del pluralismo sindacale, in cui la rappresentanza dei lavoratori si fece più complessa e incerta, come mostrò la mancata attuazione dell’art. 39. Inoltre, nonostante il “monopolio” ottenuto dalle tre Confederazioni (dapprima come prerogativa di fatto, acquisita tra anni ’50 e ’60, quindi come disposizione di diritto, grazie alla legge 300/1970), dagli anni ‘80 la rappresentanza sindacale è entrata in crisi a causa di limiti interni e fattori esogeni. A tal punto che, nel recente dibattito teso a costruire un sistema di regole certe e condivise (anche con il contributo dei datori di lavoro), suscita crescenti favori, ma anche accese polemiche, l’idea di “tornare alla Costituzione”.

Il lavoro come fondamento della cittadinanza e il ruolo del sindacato

Loreto Fabrizio
2019-01-01

Abstract

Il saggio è diviso in due parti. Nella prima è analizzato il nesso stretto tra democrazia e lavoro che i costituenti vollero inserire come pilastro centrale dell’intero edificio repubblicano; si trattò dell’innovazione principale immessa all’interno del nuovo ordinamento, adottata soprattutto come elemento di rottura rispetto alla vicenda storica nazionale (prima liberale e poi fascista), ma anche come elemento di distinzione rispetto ad altri sistemi costituzionali in via di definizione. Partendo dalla lettura dei Principi fondamentali (in particolare dai primi quattro articoli della Carta), per arrivare all’analisi del Titolo III sui Rapporti economici, la questione del lavoro è esaminata in rapporto ai temi della sovranità popolare e della partecipazione dei cittadini, con i loro diritti e doveri, alla vita economica e politica della nazione. Uno spazio specifico è rivolto ad approfondire le discussioni sull’ordinamento sindacale (art. 39) e sullo sciopero (art. 40). Nella seconda parte sono presi in considerazione i principali avvenimenti del 1948, con particolare riguardo alle vicende politiche che seguirono le elezioni del 18 aprile e l’attentato a Togliatti del 14 luglio, da cui scaturirono le scissioni sindacali. La fine della Cgil unitaria e la nascita di Cisl e Uil avviarono la lunga stagione del pluralismo sindacale, in cui la rappresentanza dei lavoratori si fece più complessa e incerta, come mostrò la mancata attuazione dell’art. 39. Inoltre, nonostante il “monopolio” ottenuto dalle tre Confederazioni (dapprima come prerogativa di fatto, acquisita tra anni ’50 e ’60, quindi come disposizione di diritto, grazie alla legge 300/1970), dagli anni ‘80 la rappresentanza sindacale è entrata in crisi a causa di limiti interni e fattori esogeni. A tal punto che, nel recente dibattito teso a costruire un sistema di regole certe e condivise (anche con il contributo dei datori di lavoro), suscita crescenti favori, ma anche accese polemiche, l’idea di “tornare alla Costituzione”.
2019
Forme e metamorfosi della rappresentanza politica 1848 1948 1968
Accademia University Press
Prospettive storiche. Studi e ricerche
1
190
201
978-88-31978-842
https://www.aaccademia.it/scheda-libro?aaref=1331
Lavoro, sindacato, cittadinanza, Costituzione, rappresentanza, Italia liberale, fascismo, Italia repubblicana
Loreto Fabrizio
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