Il libro, Lévi-Strauss e la catastrofe (Mimesis, Milano, 2019), è stato pubblicato in francese già lo scorso anno, sempre con Mimesis, con il titolo Lévi-Strauss face à la catastrophe. L’originale francese ha il merito di indicare con più chiarezza il rapporto che struttura il volume, ossia la presenza di una costante riflessione sulla catastrofe all’interno del pensiero di Lévi-Strauss. Il ruolo di D’Onofrio non è solo quello di guida al lettore nella giungla dell’opera lévi-straussiana, ma di evidenziare – prima di tutto – la complessità del concetto di “catastrofe”; una parola-chiave che circoscrive, anziché definire, un insieme eterogeneo di fenomeni, una concrezione storica e ideologica sotto la quale l’Autore rintraccia una somiglianza comune. Un’affinità ben marcata dal sottotitolo del libro – uguale per entrambe le edizioni – tratto da una citazione di Tristi Tropici (1960), che attraversa come fil rouge l’intero lavoro di D’Onofrio: «Nulla è perduto, possiamo riprenderci tutto».
Dalla catastrofe dell'hybris al ritorno dell'indigeno: «Nulla è perduto, possiamo riprenderci tutto»
Nicola Martellozzo
2020-01-01
Abstract
Il libro, Lévi-Strauss e la catastrofe (Mimesis, Milano, 2019), è stato pubblicato in francese già lo scorso anno, sempre con Mimesis, con il titolo Lévi-Strauss face à la catastrophe. L’originale francese ha il merito di indicare con più chiarezza il rapporto che struttura il volume, ossia la presenza di una costante riflessione sulla catastrofe all’interno del pensiero di Lévi-Strauss. Il ruolo di D’Onofrio non è solo quello di guida al lettore nella giungla dell’opera lévi-straussiana, ma di evidenziare – prima di tutto – la complessità del concetto di “catastrofe”; una parola-chiave che circoscrive, anziché definire, un insieme eterogeneo di fenomeni, una concrezione storica e ideologica sotto la quale l’Autore rintraccia una somiglianza comune. Un’affinità ben marcata dal sottotitolo del libro – uguale per entrambe le edizioni – tratto da una citazione di Tristi Tropici (1960), che attraversa come fil rouge l’intero lavoro di D’Onofrio: «Nulla è perduto, possiamo riprenderci tutto».File | Dimensione | Formato | |
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