Da tempo, nei vari Paesi, viene richiamata l’importanza di una maggior integrazione tra la ricerca realizzata in ambito educativo-didattico e la pratica di insegnanti ed educatori. La distanza tra i due ambiti fa sì infatti che, da un lato, la ricerca empirica in educazione non sempre riesca a centrarsi su temi significativi e problemi emergenti e dall’altra che le pratiche educativo-didattiche non riescano ad avvantaggiarsi degli esiti di ricerca, che potrebbero guidare le scelte rispetto a metodi e strumenti, rendendo più efficaci gli interventi. Questo è vero anche per l’Italia, dove la ricerca sperimentale in educazione, pur avendo faticato ad affermarsi, ha posto attenzione fin dalle sue origini alla scuola. Si pensi, tra le altre, all’opera imponente di L. Calonghi (1998), che ha dedicato gran parte del suo apporto alla ricerca didattica, per costruire strumenti di rilevazione dell’apprendimento validi, per proporre sussidi e interventi ampiamente sperimentati e per predisporre modelli di ricerca (“valida ma informale”), da utilizzare per le problematiche di tipo scolastico. La discrasia, denunciata da tempo, tra l’accademia e la scuola, è divenuta ancora più evidente con il passaggio alle Università nei diversi Paesi, della formazione dei docenti di tutti gli ordini e gradi (Darling-Hammond, 2010), in quanto si sono creati punti sensibili di congiunzione (es. supervisione del tirocinio), dove emerge chiaramente la distanza tra gli esiti elaborati a livello di ricerca (illustrati nei corsi universitari) e le pratiche didattiche correnti (osservate durante il tirocinio). Nel presente contributo argomenteremo rispetto ai problemi che alimentano la distanza tra ricerca e insegnamento, per arrivare alla presentazione di un’esperienza di ricerca-formazione, realizzata all’interno del corso di laurea in Scienze della formazione primaria dell’Università di Torino, volta a favorire il coinvolgimento di docenti in formazione e in servizio nelle dinamiche di ricerca.

Insegnanti e ricerca: un rapporto difficile

Paola Ricchiardi
2019-01-01

Abstract

Da tempo, nei vari Paesi, viene richiamata l’importanza di una maggior integrazione tra la ricerca realizzata in ambito educativo-didattico e la pratica di insegnanti ed educatori. La distanza tra i due ambiti fa sì infatti che, da un lato, la ricerca empirica in educazione non sempre riesca a centrarsi su temi significativi e problemi emergenti e dall’altra che le pratiche educativo-didattiche non riescano ad avvantaggiarsi degli esiti di ricerca, che potrebbero guidare le scelte rispetto a metodi e strumenti, rendendo più efficaci gli interventi. Questo è vero anche per l’Italia, dove la ricerca sperimentale in educazione, pur avendo faticato ad affermarsi, ha posto attenzione fin dalle sue origini alla scuola. Si pensi, tra le altre, all’opera imponente di L. Calonghi (1998), che ha dedicato gran parte del suo apporto alla ricerca didattica, per costruire strumenti di rilevazione dell’apprendimento validi, per proporre sussidi e interventi ampiamente sperimentati e per predisporre modelli di ricerca (“valida ma informale”), da utilizzare per le problematiche di tipo scolastico. La discrasia, denunciata da tempo, tra l’accademia e la scuola, è divenuta ancora più evidente con il passaggio alle Università nei diversi Paesi, della formazione dei docenti di tutti gli ordini e gradi (Darling-Hammond, 2010), in quanto si sono creati punti sensibili di congiunzione (es. supervisione del tirocinio), dove emerge chiaramente la distanza tra gli esiti elaborati a livello di ricerca (illustrati nei corsi universitari) e le pratiche didattiche correnti (osservate durante il tirocinio). Nel presente contributo argomenteremo rispetto ai problemi che alimentano la distanza tra ricerca e insegnamento, per arrivare alla presentazione di un’esperienza di ricerca-formazione, realizzata all’interno del corso di laurea in Scienze della formazione primaria dell’Università di Torino, volta a favorire il coinvolgimento di docenti in formazione e in servizio nelle dinamiche di ricerca.
2019
Atteggiamento scientifico e formazione dei docenti
Franco Angeli
1
120
128
978-88-917-9011-8
Paola Ricchiardi
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2318/1725856
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