Il volume approfondisce alcuni aspetti della letteratura prodotta all’interno dal 2° Corpo d’armata polacco, formazione che nel 1944-45 contribuì alla liberazione dell’Italia e che, accanto all’attività militare, sviluppò una notevole produzione di carattere culturale. I soldati erano in maggioranza uomini e donne vittime della deportazione in Siberia e in Kazakistan, che avevano potuto lasciare l’Urss grazie all’armata posta sotto il comando del generale Anders. Il loro vissuto, accanto alla situazione in cui versava il loro Paese, sottoposto alla duplice occupazione nazista e sovietica, incise profondamente sull’approccio verso tutta una serie di questioni. Alla luce di fonti archivistiche inedite, si ricostruiscono la struttura organizzativa e gli obiettivi dell’attività editoriale avviata dall’esercito e il suo evolversi nel corso del conflitto per far fronte ai cambiamenti del quadro politico internazionale, evidenziando al contempo le ingerenze della censura prima sovietica e poi alleata. Tra le tematiche affrontate un ruolo peculiare spetta alla memorialistica dell’universo concentrazionario; in particolare un confronto tra le principali pubblicazioni del periodo sull’argomento permette di mettere a fuoco elementi comuni come pure le specificità dovute alle diverse sensibilità degli autori. A partire da un’analisi dei testi letterari editi sui periodici militari o raccolti in volume vengono quindi individuate le principali modalità di percezione e rappresentazione della guerra in Italia, filtrate dall’angoscia per le sorti della propria patria, così come si identificano i tratti che daranno origine al profilo etico e politico della letteratura dell’esilio

Dalla deportazione all'esilio. Percorsi nella letteratura polacca della seconda guerra mondiale

Krystyna Jaworski
2019-01-01

Abstract

Il volume approfondisce alcuni aspetti della letteratura prodotta all’interno dal 2° Corpo d’armata polacco, formazione che nel 1944-45 contribuì alla liberazione dell’Italia e che, accanto all’attività militare, sviluppò una notevole produzione di carattere culturale. I soldati erano in maggioranza uomini e donne vittime della deportazione in Siberia e in Kazakistan, che avevano potuto lasciare l’Urss grazie all’armata posta sotto il comando del generale Anders. Il loro vissuto, accanto alla situazione in cui versava il loro Paese, sottoposto alla duplice occupazione nazista e sovietica, incise profondamente sull’approccio verso tutta una serie di questioni. Alla luce di fonti archivistiche inedite, si ricostruiscono la struttura organizzativa e gli obiettivi dell’attività editoriale avviata dall’esercito e il suo evolversi nel corso del conflitto per far fronte ai cambiamenti del quadro politico internazionale, evidenziando al contempo le ingerenze della censura prima sovietica e poi alleata. Tra le tematiche affrontate un ruolo peculiare spetta alla memorialistica dell’universo concentrazionario; in particolare un confronto tra le principali pubblicazioni del periodo sull’argomento permette di mettere a fuoco elementi comuni come pure le specificità dovute alle diverse sensibilità degli autori. A partire da un’analisi dei testi letterari editi sui periodici militari o raccolti in volume vengono quindi individuate le principali modalità di percezione e rappresentazione della guerra in Italia, filtrate dall’angoscia per le sorti della propria patria, così come si identificano i tratti che daranno origine al profilo etico e politico della letteratura dell’esilio
2019
dell'Orso
Slavica
21
1
168
978-88-3613-006-1
letteratura polacca, seconda guerra mondiale, deportazione, 2° Corpo d'armata polacco, Anders
Krystyna Jaworski
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Descrizione: monografia
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