Nel presente contributo, grazie alle possibilità di indagine offerte dalla digitalizzazione delle cinque edizioni del Vocabolario degli Accademici della Crusca, del Tommaseo-Bellini e del Grande dizionario della lingua italiana, unitamente a quelle messe a disposizione dall’Opera del Vocabolario Italiano con il corpus OVI, è analizzata la diffusione della voce "rubro" ‘rovo’, in diacronia e in diatopia ‒ messa in relazione al latinismo rubo, e alla variante d’origine popolare "rógo" ‒ in contesti d’uso diversi che ne determinano, talvolta, una diversa accezione.

Per la storia di “rubo”, “rubro”, “rógo” (‘rovo’; ‘rògo’)

Attilio Cicchella
2019-01-01

Abstract

Nel presente contributo, grazie alle possibilità di indagine offerte dalla digitalizzazione delle cinque edizioni del Vocabolario degli Accademici della Crusca, del Tommaseo-Bellini e del Grande dizionario della lingua italiana, unitamente a quelle messe a disposizione dall’Opera del Vocabolario Italiano con il corpus OVI, è analizzata la diffusione della voce "rubro" ‘rovo’, in diacronia e in diatopia ‒ messa in relazione al latinismo rubo, e alla variante d’origine popolare "rógo" ‒ in contesti d’uso diversi che ne determinano, talvolta, una diversa accezione.
2019
7
2
485
510
https://riviste.unimi.it/index.php/carteromanze/article/view/12349
Giovanni Boccaccio, Domenico Cavalca, Luigi Pulci, rubo, rovo, rogo, pira, rubus, rubus incombustus, Mosè
Attilio Cicchella
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