Lo studio dei funerali nella corti di antico regime offre l’opportunità di indagare il fenomeno da più punti di vista, non solo per quanto riguarda il ruolo di artisti ed eruditi impegnati nella ideazione degli apparati effimeri e del loro corredo di parole e immagini simboliche, ma soprattutto sul piano della loro specifica funzione politica e culturale, specie nei momenti di transizione e di mutamento di equilibri. Il saggio nella prima parte, guardando in parallelo le figure di Laura Martinozzi e Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours, analizza le carte degli ambasciatori inviati dalla duchessa presso le corti europee per recare notizia dell’avvenuto decesso di Carlo Emanuele II (1675) evidenziando come queste fossero occasioni per vere e proprie relazioni sulla situazione politica, sugli equilibri interni, sugli usi e costumi. Nella seconda esamina la documentazione relativa alle cerimonie svoltesi a Torino per la morte della principessa di Savoia Carignano, Maria Caterina d’Este, avvenuta a Bologna nel 1722, il cui funerale scatenò un vero e proprio casus belli. La cerimonia funebre di Maria Caterina d’Este divenne l’occasione per ribadire le linee conduttrici del processo riformistico avviato dal sovrano sabaudo sul piano politico-amministrativo e culturale, con al centro la riorganizzazione dell’Università. Vittorio Amedeo II coinvolse strumentalmente le forze più nuove di cui disponeva – Bernardo Andrea Lama e Filippo Juvarra- per rinnovare l’organizzazione del sapere in direzione delle nuove istanze illuministe, contestualmente liberandosi della Compagnia di Gesù che fino ad allora avevano avuto il totale controllo della formazione, nonché delle cerimonie, specie quelle funebri.

Franca Varallo, I funerali come strumento di indagine storica e culturale. Due casi emblematici tra gli Este e i Savoia

Franca Varallo
2019-01-01

Abstract

Lo studio dei funerali nella corti di antico regime offre l’opportunità di indagare il fenomeno da più punti di vista, non solo per quanto riguarda il ruolo di artisti ed eruditi impegnati nella ideazione degli apparati effimeri e del loro corredo di parole e immagini simboliche, ma soprattutto sul piano della loro specifica funzione politica e culturale, specie nei momenti di transizione e di mutamento di equilibri. Il saggio nella prima parte, guardando in parallelo le figure di Laura Martinozzi e Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours, analizza le carte degli ambasciatori inviati dalla duchessa presso le corti europee per recare notizia dell’avvenuto decesso di Carlo Emanuele II (1675) evidenziando come queste fossero occasioni per vere e proprie relazioni sulla situazione politica, sugli equilibri interni, sugli usi e costumi. Nella seconda esamina la documentazione relativa alle cerimonie svoltesi a Torino per la morte della principessa di Savoia Carignano, Maria Caterina d’Este, avvenuta a Bologna nel 1722, il cui funerale scatenò un vero e proprio casus belli. La cerimonia funebre di Maria Caterina d’Este divenne l’occasione per ribadire le linee conduttrici del processo riformistico avviato dal sovrano sabaudo sul piano politico-amministrativo e culturale, con al centro la riorganizzazione dell’Università. Vittorio Amedeo II coinvolse strumentalmente le forze più nuove di cui disponeva – Bernardo Andrea Lama e Filippo Juvarra- per rinnovare l’organizzazione del sapere in direzione delle nuove istanze illuministe, contestualmente liberandosi della Compagnia di Gesù che fino ad allora avevano avuto il totale controllo della formazione, nonché delle cerimonie, specie quelle funebri.
2019
L’“Occidente degli Eroi”. Il Pantheon degli Estensi in Sant’Agostino a Modena (1662-1663) e la cultura barocca
Accademia Nazionale di Scienze, Lettere e Arti
181
201
978-88-6462-724-3
Apparati funebri, Savoia, Savoia Carignano, Giovanna Battista di Savoia Nemours, Laura Martinozzi, Filippo Juvarra, Bernardo Andrea Lama, Vittorio Amedeo II, gesuiti
Franca Varallo
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