Il trasferimento di statue e monumenti antichi, greci ellenistici e romani, per adornare vie piazze e angoli caratteristici della nuova capitale sul Bosforo a partire dalla sua rifondazione costantiniana costituisce uno dei più imponenti fenomeni di delocalizzazione di manufatti artistici che la storia – e non solo quella del mondo antico – ricordi. Tali oggetti si integrarono a tal punto con la facies urbana di Costantinopoli che gli osservatori – complice anche l’oblio progressivo della storia e della mitologia antiche – non solo persero col tempo contezza della loro provenienza, ma anche della loro originaria identità; ciò che avviò un’affabulazione descrittiva e allegorica del loro stato di cui fonti tarde quali le Parastaseis syntomoi chronikai (lett. “Brevi osservazioni storiche”) e i Patria Konstantinopoleos (lett. “Racconti sulle origini di Costantinopoli”) sono testimonianza.
Affabulazione e realtà: la "terza vita" della statuaria antica a Costantinopoli nel racconto della patriografia bizantina
Andrea Pellizzari
2020-01-01
Abstract
Il trasferimento di statue e monumenti antichi, greci ellenistici e romani, per adornare vie piazze e angoli caratteristici della nuova capitale sul Bosforo a partire dalla sua rifondazione costantiniana costituisce uno dei più imponenti fenomeni di delocalizzazione di manufatti artistici che la storia – e non solo quella del mondo antico – ricordi. Tali oggetti si integrarono a tal punto con la facies urbana di Costantinopoli che gli osservatori – complice anche l’oblio progressivo della storia e della mitologia antiche – non solo persero col tempo contezza della loro provenienza, ma anche della loro originaria identità; ciò che avviò un’affabulazione descrittiva e allegorica del loro stato di cui fonti tarde quali le Parastaseis syntomoi chronikai (lett. “Brevi osservazioni storiche”) e i Patria Konstantinopoleos (lett. “Racconti sulle origini di Costantinopoli”) sono testimonianza.File | Dimensione | Formato | |
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