A partire da un’analisi delle Osservazioni sulla morale cattolica, l’articolo indaga il proble-ma, centrale nella poetica manzoniana, dei rapporti tra etica ed estetica. Attraverso le teorie dello «spettatore morale» (A. Smith, Teoria dei sentimenti morali) e delle «emozioni razionali» (M. Nussbaum, Il giudizio del poeta) e grazie alla distinzione operata dalle scienze cognitive contemporanee tra simpatia ed empatia, l’articolo analizza come Manzoni, in I Promessi sposi e soprattutto nella Storia della colonna infame, adotti precise strategie retoriche e narrative per stimolare un rapporto simpatico tra lettore e perso-naggio e, al contrario, un rapporto empatico tra lettore e narratore-giudice. In questo modo, l’autore depotenzia l’azione funesta delle «passioni pervertitrici della volontà» per stimolare la «riflessione sentita» del lettore, poiché, come Manzoni stesso afferma in Della moralità delle opere tragiche, «la rappresentazione delle passioni che non eccitano simpatia, ma riflessione sentita è più poetica di ogni altra».
Una "riflessione sentita" sul Male. Empatia e simpatia nella narrazione di Alessandro Manzoni
Palumbo Mosca, Raffaello
In corso di stampa
Abstract
A partire da un’analisi delle Osservazioni sulla morale cattolica, l’articolo indaga il proble-ma, centrale nella poetica manzoniana, dei rapporti tra etica ed estetica. Attraverso le teorie dello «spettatore morale» (A. Smith, Teoria dei sentimenti morali) e delle «emozioni razionali» (M. Nussbaum, Il giudizio del poeta) e grazie alla distinzione operata dalle scienze cognitive contemporanee tra simpatia ed empatia, l’articolo analizza come Manzoni, in I Promessi sposi e soprattutto nella Storia della colonna infame, adotti precise strategie retoriche e narrative per stimolare un rapporto simpatico tra lettore e perso-naggio e, al contrario, un rapporto empatico tra lettore e narratore-giudice. In questo modo, l’autore depotenzia l’azione funesta delle «passioni pervertitrici della volontà» per stimolare la «riflessione sentita» del lettore, poiché, come Manzoni stesso afferma in Della moralità delle opere tragiche, «la rappresentazione delle passioni che non eccitano simpatia, ma riflessione sentita è più poetica di ogni altra».I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.